I due ex premier Giuseppe Conte ed Enrico Letta hanno avuto oggi un primo faccia a faccia il primo come leader ‘in pectore’ del Movimento Cinque Stelle, il secondo come neo-segretario del Pd. Coincidenza sottolineata proprio da Letta: “due ex che si sono entrambi buttati, quasi in contemporanea, in una nuova affascinante avventura”.
Sul tavolo, a quanto riferiscono sia fonti del Nazareno che l’avvocato del popolo, tanti temi, dalle amministrative alle prospettive dell’Unione europea, al piano vaccinale e la preoccupazione per gli esiti economici e sociali della crisi pandemica. “Si apre un cantiere dove prevarrà il dialogo e il confronto costante per soluzioni comuni per il paese”, ha detto Conte dopo il colloquio durato circa un’ora nella sede di Arel. Il progetto è infatti quello di rivedersi con cadenza fissa.
“Il nuovo Movimento ha nel Pd un interlocutore privilegiato. Dobbiamo lavorare per confrontarci costantemente e creare la giusta sinergia. Chi va da solo rischia di essere meno efficace ed efficiente già a partire dalle prossime amministrative”, ha aggiunto l’ex premier Conte assicurando che “c’è la volontà di confrontarci per trovare soluzioni ancora più efficaci”.
Dal Nazareno confermano che i due hanno ragionato anche delle prospettive politiche in vista delle prossime elezioni, concordando sulla necessità di aprire un “cantiere comune” che il segretario del Partito democratico vuole rendere “sistematico e concreto, focalizzandolo su obiettivi precisi”. E’ stato fatto un primo punto in vista delle elezioni amministrative, che Letta considera un test cruciale per la costruzione della coalizione larga e inclusiva che dovrà presentarsi alle elezioni politiche del 2023.
Conte ha riferito che con Letta c’è stato uno scambio anche sulla “prospettiva europea, un capitolo importante è la conferenza sul futuro dell’Ue, continueremo ad aggiornarci per rafforzare il contributo dell’Italia che deve rendere la casa europea ancor più confortevole per i cittadini europei”.
Ma il colloquio è stato anche l’occasione per valutare le possibili riforme istituzionali da realizzare in questo scorcio di legislatura. Si sarebbe ragionato – spiegano ancora fonti Pd – soprattutto su quegli interventi anche solo di aggiustamento che possono essere attuati prima delle elezioni. Il tema della legge elettorale, però, sarebbe stato solo sfiorato.
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