L’incoronazione arriva da chi questo partito lo ha fondato.
Walter Veltroni, ormai fuori dalla politica, detta la linea da seguire al Pd e consiglia il nuovo segretari Letta.
“C’è bisogno di un Pd forte e ce ne sarà bisogno anche quando il Covid sarà sconfitto. “Penso anch’io che ci sarà un prima e un dopo pandemia. Mai come in questo momento sono confermate le ragioni per cui è nata una grande forza riformista di massa. Nella commedia degli inganni che è la politica di oggi, penso ci sia uno spazio enorme per una forza riformista, innovativa. E coerente, mentre tutti cambiano posizione su temi fondamentali, come sull’Europa”.
Il Pd, spiega il fondatore, “nacque per tre ragioni: creare un grande partito riformista di massa che l’Italia non aveva mai avuto, farlo non per scissione ma per fusione, completare il percorso di riforme istituzionali del Paese”.
Quattordici anni dopo, Veltroni dice che non sono passati invano.
“Il Pd è rimasto centrale in questi anni nella politica italiana, e ora con Enrico Letta può tornare a un cammino che assomigli alle ragioni della sua fondazione”.
Ma Letta parla di coalizioni, Veltroni parlava di vocazione maggioritaria.
Concetto che oggi spiega così: “La vocazione maggioritaria è prima di tutto un fatto sociale: costruire consenso nella società per mettere quella forza politica al centro di un’alleanza progressista”, non quindi come autosufficienza.
”È ovvio che ci vogliano alleanze: il problema è se si agglutina un’alleanza con nove partiti destinata a sgretolarsi oppure si costruisce uno schieramento fondato su una grande forza che si fa garante dell’indirizzo riformista e si allea con altri. In questo caso ha senso sollecitare i Cinque stelle a scegliere da che parte stare”.
Veltroni plaude al programma enunciato da Enrico Letta, dallo ius soli ai giovani. “Ritrovo una visione. Aggiungerei che è necessaria una grande attenzione agli ultimi, a chi soffre, a chi è solo”. Si schiera poi con forza per una riforma elettorale, spiegando che “il problema italiano è la stabilità e questa viene meglio garantita da un sistema maggioritario”.
Su Zingaretti, l’ex segretario dice che “Nicola si è speso e ha sofferto molto. Ha usato una frase forte, ma forse sarà uno choc utile” aggiunge, con riferimento al “mi vergogno di questo Pd”. Ora Enrico Letta “ha la forza e l’esperienza vissuta necessaria per fronteggiare il rischio di una unanimità di facciata. Ma occorre mettere nel partito giovani ed energie nuove”.
E “mi auguro che si ricongiungano tutti quelli che sono stati nel Pd… A sinistra bisogna prima o poi abituarsi a convivere: non è possibile che l’unica forma del dibattito sia l’unanimismo oppure le scissioni”.
“Al Pd consiglio di sentire il governo Draghi come il proprio e di non fare la vedova del governo precedente. È giusto rivendicarne i meriti: il governo Conte ha fronteggiato bene la pandemia, ma ora guardiamo avanti. A Letta – conclude Veltroni – dico che ho grande fiducia in quello che farà. Forse vado contro lo spirito del tempo ma sono molto ottimista sul futuro del Pd: ha davanti a sé spazi enormi. Se farà ciò per cui è nato: dare al riformismo italiano un grande consenso di popolo”.
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