Di Battista su Berlusconi: "Non dimentichiamoci di Del'Utri e della mafia"
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Di Battista su Berlusconi: "Non dimentichiamoci di Del'Utri e della mafia"

L'esponente grillino: "Mentre la mafia assassinava uno dei fondatori di Forza Italia, non faceva altro che rafforzarla. Come? Convincendo Berlusconi a versare ingenti somme di denaro a Cosa Nostra",

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11 Febbraio 2021 - 16.38


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Continuano a volare gli stracci e la scissione è dietro l’angolo: “Non è accettabile dividere questioni economiche da questioni morali. Perché nella nostra Italia vi sono stati esempi virtuosi. Imprenditori che non hanno chiuso solo per scelte politiche sbagliate o per la sistematica distruzione della classe media della quale, molti neo-salvatori, sono stati artefici. No. Hanno chiuso perché sono stati assassinati per essersi opposti al pizzo. E l’hanno fatto mentre un imprenditore che oggi viene ricevuto con tutti gli onori nelle stanze del potere romano non ha fatto altro che pagare, pagare e ancora pagare. Ed oggi rischia di tornare al governo del Paese”. 
Lo ha scritto l’ex deputato Alessandro Di Battista, punto di riferimento dell’area che nel Movimento 5 stelle si oppone alla fiducia al governo Draghi. Il ragionamento è tutto puntato sul leader di Forza Italia Silvio Berlusconi e sulle risultanze processuali che hanno documentato i rapporti con Cosa nostra mediati dall’ex braccio destro Marcello Dell’Utri, condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa.
Ha detto Di Battista: “Mentre la mafia assassinava giudici, politici, poliziotti, giornalisti e imprenditori, Marcello Dell’Utri, uno dei fondatori di Forza Italia, non faceva altro che rafforzarla. Come? Convincendo Silvio Berlusconi a versare ingenti somme di denaro a Cosa Nostra”, dice Di Battista. “Sono passati sette anni dalla condanna di Dell’Utri per concorso esterno in associazione mafiosa. Sette anni non sono pochi, soprattutto nell’era dell’infodemia, ovvero il bombardamento quotidiano di informazioni, molte delle quali del tutto effimere, al quale siamo sottoposti. Per questo gran parte della pubblica opinione l’ha dimenticato, come ha dimenticato (e probabilmente in molti non le hanno mai conosciute) le ragioni di tale condanna”.
Poi Di Battista affronta la ricostruzione delle carte processuali che riguardano Dell’Uti e Berlusconi, carte che, secondo l’esponente stellato, dimostrano che “anche i corleonesi, la frangia più violenta e stragista di Cosa Nostra, ottennero vantaggi grazie al patto con Berlusconi”.
Dal punto di vista giudiziario “il quadro è peggiorato – scrive ancora Di Battista dopo aver ripercorso un altro pezzo della storia processuale di Dell’Utri – il 20 aprile del 2018, con la sentenza, di I grado (quindi – va specificato – non definitiva), sulla Trattativa Stato-Mafia. Quel giorno, mentre Berlusconi dichiarava che avrebbe messo gli esponenti del Movimento 5 Stelle ‘a pulire i cessi di Mediaset’, i giudici di Palermo condannavano mafiosi e generali dei carabinieri per aver realizzato la ‘Trattativa’. Marcello Dell’Utri, anch’egli imputato, è stato condannato a 12 anni di carcere per essere stato uno dei protagonisti di una trattativa che, secondo i giudici, ha aumentato il potere di Cosa Nostra, spingendo i mafiosi ad osare di più (quindi a piazzare più bombe) fino all’ottenimento di una serie di garanzie politiche”.
“La sentenza di primo grado ha messo nero su bianco – sostiene Di Battista – un fatto sconvolgente: Berlusconi continuò a pagare la mafia anche da presidente del Consiglio, dunque anche dopo la strage di Capaci, quella di via D’Amelio, quella di via Palestro a Milano e quella dei Georgofili a Firenze che costò la vita, tra gli altri, a Caterina, una bimbetta di appena 50 giorni”.
“Dell’Utri – ricorda l’esponente stellato – aveva rapporti, anzi rafforzava la mafia, mentre fondava Forza Italia insieme a Berlusconi, Previti, Martino, Urbani e Antonio Tajani, attuale vice-presidente del partito e indicato, da molti, come possibile ministro del Governo Draghi”.

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