Il retroscena da film d’azione: le telefonate di Berlusconi e poi quelle di Salvini. Ma anche il blitz notturno di una pattuglia di leghisti, per convincere il senatore Luigi Vitali, già con un piede dentro il gruppo dei responsabili.
Nella notte romana, dopo i flash delle agenzie che danno conto della scelta ‘responsabile’ del senatore tarantino di Forza Italia dal partito di Salvini si rompono gli indugi.
Bisogna parlare con Vitali, cercare di fermarlo prima che sia troppo tardi. Solo che Vitali non è raggiungibile al telefono. E allora, a muoversi sono parlamentari che con “Gino” hanno più vicinanza. Tra loro anche il senatore leccese Roberto Marti, coordinatore della Lega in Puglia, che con l’azzurro ha un rapporto consolidato da anni. Dopo mezzanotte eccoli al citofono di Vitali, che li accoglie in casa.
E’ a quel punto che lo avrebbero convinto a riaccendere il telefono per parlare con Silvio Berlusconi e Matteo Salvini: un uno-due che ha lasciato il segno nel parlamentare pugliese. E’ già in fase di ripensamento, con gli amici leghisti si trova quasi a sfogarsi, ormai vuole tornare indietro. E dopo le chiamate dei leader la decisione è presa. Le luci dell’alba non sono lontane, il pallottoliere del Senato torna indietro. Il più uno di Conte è annullato. Fino al prossimo allarme.
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