Parla di un possibile ritorno alle urne Goffredo Bettini, consigliere politico del segretario del Pd Nicola Zingaretti, nel suo appello all’unità nell’intervista concessa al Corriere della Sera. Non la pensa così Matteo Renzi, agitatore del momento, nella sua intervista al Messaggero in cui lascia intendere che prima si potrebbe cercare un nuovo equilibrio parlamentare. Chi difficilmente farebbe parte di questo nuovo consesso è Matteo Salvini, che però al Corriere della Sera offre nuovamente la disponibilità a un confronto con il Governo.
Goffredo Bettini al Corriere: “Se dovesse implodere, urne inevitabili”. “Sulla proposta che la maggioranza dovrà approvare in Parlamento” sul Recovery Plan “occorre una convergenza convinta delle forze sociali e dei partiti che sostengono Conte. Ci vuole collegialità, perché le risorse che abbiamo a disposizione una volta consumate non torneranno più. Va colta da tutti la solennità del momento”, esorta il dirigente dem. “Se l’attuale esecutivo dovesse implodere, per ragioni interne e non a causa dell’opposizione, sarebbe secondo me impossibile continuare la legislatura con altre soluzioni. Nessuno sarebbe più in grado di mettere in piedi ipotesi credibili. A quel punto ritengo inevitabili le urne. E tutti dovranno rispondere della propria parte di responsabilità nell’aver portato il Paese, in un momento così delicato, all’avventura di nuove elezioni”.
Parlando di Matteo Renzi, Bettini evidenziato che “ha contribuito a varare questo Governo. Sapeva di pagare un prezzo per la sua tradizionale avversione verso il M5S. Eppure in questi mesi abbiamo retto”. Ora “non so se, nella fase nuova che si sta aprendo, Renzi abbia intenzione di togliere il suo sostegno a Conte. Per certi aspetti non mi interessa leggere nella sua testa, piuttosto sapere che senza Italia Viva il governo non avrebbe più i numeri per andare avanti. Quindi, con pazienza, occorre ricomporre ascoltando tutti. E occorre, dall’altra parte, porre i problemi in maniera costruttiva”.
Matteo Renzi al Messaggero: “Al voto in caso di crisi? No”. “Ci sono 200 miliardi di euro che appartengono ai nostri figli, che noi prendiamo in prestito aumentando il debito pubblico e che servono per il futuro dell’Italia. Non accetto che qualcuno voglia spenderli alla chetichella, senza passare dal Parlamento. E non accetto che qualcuno possa esautorare il governo con task force e poteri sostitutivi. Io non lavoro per la crisi di governo, lavoro per evitare la crisi del Paese”. Il leader di Italia viva, Matteo Renzi sottolinea che “a noi interessa aiutare l’Italia, non prendere un ministro in più. A noi non servono sgabelli o strapuntini: noi siamo quelli che portano le idee, non che chiedono i posti”, aggiunge. “Se mai dovessimo arrivare alla crisi, si parla con le istituzioni, non con i commentatori. La bussola per il Presidente della Repubblica è la Costituzione. E la Costituzione dice che si verifica se c’è una maggioranza in Parlamento. Spero che non si arrivi a tanto – sottolinea Renzi – ma se si arrivasse lì, scommetto sulla presenza di un’ampia maggioranza parlamentare. Penso che voteremo per le politiche del 2023”.
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