L'ultimo che può parlare di 'figli di papà' è Matteo - moto d'acqua - Salvini

Il capo della Lega continua a usare questa livorosa accusa contro chi lo contesta dimenticando di guardarsi allo specchio

Salvini e Toti
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20 Agosto 2020 - 10.54


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Le ultime cronache raccontano delle contestazione de La Spezia, dove all’ultimo comizio di Salvini il caciotta c’erano circa 200 persone che, distanziate dal cordone di polizia dalla piazza del comizio, hanno contestato lo xenofobo padano e ora finto nazionalista.
Molti i cartelli esposti: “Sei solo un foodblogger” e ancora “Mojito e Papeete salvatori del Paese”
La replica livorosa di Salvini e stata la solita, visto che non hanno argomenti: “Se volete i clandestini portateli a casa vostra, figli di papà che non siete altro, andate a lavorare”
Siete a protestare con il Rolex al polso, andatevi ad ascoltare Fedez e la Mannoia”.
Premesso che chi contesta Salvini non è un figlio di papà, ma magari gente che difende i diritti e vuole un’Italia antirazzista e antifascista dove non ci sia un’estrema destra che alimenta paure, discriminazioni e odio, c’è da dire che in questo paese l’ultimo che può parlare dei figli di papà è proprio Matteo Salvini.
La vicenda del papà ministro dell’Interno che ha fatto scarrozzare il figlio con la moto d’acqua (pagata con soldi pubblici e che serviva per la sicurezza e non per far fare le gitarelle) e guidata da personale che è pagato per garantire la sicurezza e non per fare da giuda turistica, basta e avanza una volta per tutte.
Sul resto si può essere d’accordo: sentire Fiorella Mannoia fa sempre bene. e Fa bene anche andare a lavorare, attività che al capo della Lega è quasi sconociuta.

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