Era stata grande la delusione dei nipoti e dei loro amici per la notte in bianco di San Lorenzo. Le stelle avevano “scioperato” come fanno spesso a Roma autobus e tram. Ma per le stelle dovrebbe essere diverso. Sono parte del creato e rispondono solo a Gesù bambino come a Natale.
Lo raccontava mia nonna tanti anni fa in Calabria davanti al mare, di fronte alla Sicilia, dove le stelle cadenti si muovono con la propria testa. Conta saperle vedere per primi e formulare subito il desiderio più importante. Giorno prima o giorno dopo non è importante. Quello che conta che appaiano in alto con la loro striscia veloce, appena in tempo per esprimere un desiderio.
Con generale sorpresa è accaduto all’improvviso durante una splendida serata all’aperto nel giardino di un vecchio amico professore universitario importante, Filippo Satta con la moglie avvocato Anna Romano.
Anfitrioni incomparabili di pietanze e libagioni orvietane, su un prato a mezza collina, da dove domina la pianura di olivi e vigneti sottostanti, per poi risalire dolcemente verso il duomo di Orvieto. I ragazzi giocavano in allegria, a ping pong.
Ad un certo punto Camillo che aveva superato il turno alza un braccio e urla “la luce , una stella grande e più luminosa e cade veloce verso terra”.
All’inizio tutti abbiamo pensato ad uno scherzo ma poi lo sguardo si è rivolto verso l’alto e in breve una rapida quasi cascata di stelle sembrava indirizzarsi verso di noi. Prevaleva l’interpretazione un po’ di tutti che san Lorenzo finito sulla graticola poteva voler significare che il peggio della pandemia stava passando anche perché come ricordava un vecchio campiere l’altro santo importante sarebbe stato il 16 agosto giornata di San Rocco protettore degli appestati e di tutte le malattie allora inguaribili. A suo tempo del resto proprio vicino all’Ara pacis, c’è la basilica dedicata a San Rocco dove era situato il porto fluviale di Roma con scambi di persone e di merci di ogni genere, luogo quindi di facili contagi e malattie che reclamavano l’intervento di San Rocco.
Intanto la nostra serata proseguiva e dalla cucina si alzava la voce della moglie del contadino di riconosciuta esperienza e bravura nel taglio degli ulivi e della caccia al cinghiale. Lui ci invita a ricordare giustamente il legame tra San Lorenzo e San Rocco, ma a non trascurare mai l’invocazione alla Madonna madre del Signore.
In questo clima il discorso scivola verso la situazione del paese, la preoccupazione dei nuovi focolai di pandemia che crescono in aree turistiche e degli eccessi irrefrenabili della movida e delle discoteche ma fortunatamente con il Ministro della Salute e gli esperti sanitari che non lasciano spazio ad ambiguità ed opportunismi nemmeno a livello regionale.
Qui scoppiano i riflessi per la crisi indegna dei parlamentari profittatori, con salutari riflessi anche nella composizione delle liste per le elezioni di settembre.
Una vergogna che sarebbe grave non avesse riflessi importanti e significativi nella vita di tutti i partiti e di un salto di qualità rigeneratore per tutta la squalificata vita politica del paese.
Argomenti: covid-19 matteo salvini