Salvini è sempre Salvini. Va a processo ma si crede eroe nazionale
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Salvini è sempre Salvini. Va a processo ma si crede eroe nazionale

Il capo della Lega tenterà ancora una volta di agitare le piazze in lungo ed in largo e mostrare a sera alle sue figlie i sefie raccolti in abbondanza.

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Nuccio Fava Modifica articolo

31 Luglio 2020 - 14.31


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Forse il declino è in arrivo. Anche il gran capo della Lega ha i suoi problemi . C’era parso evidente con la sparata neo fascista di velleitaria imitazione “dannunziana”che coglieva a suo modo uno stato d’animo presente in larghi settori d’opinione. Soprattutto la paura per gli sbarchi africani presentati come il rischio principale per la nazione, addirittura mortale per il futuro dell’Italia, specie al nord. Una lettura essenzialmente emotiva e propagandistica dei gravi problemi del paese e dell’inadeguatezza culturale nei confronti dello stesso dramma di riduzione delle nascite e del mondo del lavoro, specie in alcuni settori.

Il gioco politico veniva così a ridursi drammaticamente allo scontro ininterrotto con Di Maio, reciprocamente tentati di alzare il livello populistico e sovranistico della tensione fino a sceneggiate sui banchi parlamentari ed iniziative ripetute anche in piazza di Montecitorio e sul balcone principale annunciando: “la povertà è finita”.

Prigionieri l’uno dell’altro, con una scarsa capacità del Conte prima maniera di tentare una qualche mediazione efficace ed utile si è giunti all’esplosione del Papeete inprevisto e atteso al tempo stesso, ma comunque dirompenti per la politica e le istituzioni.

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La saggezza di Mattarella ha permesso di mettere in sesto i cocci, per quanto possibile, non del tutto malamente specie in considerazione delle recenti scelte non solo economiche per la futura Europa. Ma forse è proprio su questo terreno al di là dello stesso processo che emergono e si possono cogliere le difficoltà inesorabili che segneranno il cammino di Salvini. Anche perché con ben altro stile, ben altra efficacia e competenza avanza la figura del presidente del Veneto Zaia.

Sono però solo ipotesi interpretative che tra l’altro dovranno attraversare le scelte impegnative del governo nei confronti dell’Europa e delle decisioni italiane in campi importanti e delicati, soprattutto scuola, mezzogiorno, condizione della donna, e più in generale mondo del lavoro e dell’impresa.

Salvini tenterà ancora una volta di agitare le piazze in lungo ed in largo e mostrare a sera alle sue figlie i sefie raccolti in abbondanza. Non sufficienti però a far comprendere i piani futuri del grande genitore a cui consiglierei di mostrare alle sue figlie invece l’ultimo film di Maurizio Zaccaro, interpretato da Castellitto, Nour, dove si racconta la storia del medico di Lampedusa da molti anni, Bartolo, che incrocia durante la sua missione sull’isola una ragazzina africana rimasta senza genitori e che intreccia un singolare rapporto di figlia-padre adottivo, che testimonia la reciproca crescita possibile e che li aiuta a diventare in modo compiuto e maturo, donna e medico tra i migranti.

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