La Destra contro Conte sullo scostamento di bilancio: "Misura grave, reagiremo"
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La Destra contro Conte sullo scostamento di bilancio: "Misura grave, reagiremo"

"Non consentiremo che il denaro dei nostri figli sia sperperato in operazioni assistenziali o addirittura clientelari mentre il Paese soffre" scrivono i tre leader della destra Salvini, Meloni e Berlusconi

Salvini, Meloni, Berlusconi
Salvini, Meloni, Berlusconi
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29 Luglio 2020 - 09.58


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In una lettera pubblicata in prima pagina su Il Sole 24 Ore, i tre leader del centro-destra Salvini, Meloni e Berlusconi hanno scritto al premier Conte, sostenendo che “il nuovo scostamento di bilancio è una misura grave e il centrodestra è pronto a fare la sua parte, ma questa volta non la farà al buio. Non consentiremo che il denaro dei nostri figli sia sperperato in operazioni assistenziali o addirittura clientelari mentre il Paese soffre” ribadiscono chiedendo al governo la disponibilità ad accogliere le proposte che il centrodestra avanza su fisco, lavoro e giustizia sociale.
Sul fisco i tre leader del centrodestra esprimono “profondo disappunto” sul fatto che le proposte di ‘anno bianco fiscale’ avanzate “sono state tutte respinte, anche se alla luce degli scostamenti approvati sarebbero tutte state fattibili”. A questo punto, si chiede di intervenire “almeno” con due linee di azione: l’esenzione, per gli esercenti attività di impresa, arte o professione soggetti agli Indici Sintetici di Affidabilità, dal versamento del secondo acconto IRPEF/IRES per l’anno 2020; e la riduzione del 30 per cento dei coefficienti di calcolo IMU, l’esenzione della predetta imposta per i Comuni con una popolazione inferiore ai 3.000 abitanti e per gli immobili commerciali e produttivi sfitti rientranti nella categoria C.
Per quanto riguarda il lavoro, “riconosciuta l’esigenza di prorogare la Cig ordinaria e in deroga, le cui scadenze vanno allineate con quelle del blocco dei licenziamenti, consideriamo indispensabile che a tutela del lavoro si intervenga anche con misure che premino gli imprenditori che mantengono i livelli occupazionali”. Si chiede dunque “la riduzione del 50% dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro per le aziende colpite dalla crisi che non riducono il numero di occupati; e la sospensione del decreto Dignità e reintroduzione dei voucher per tutti i settori, compresi i voucher familiari, almeno per tutto l’anno 2020”.
Infine, la “giustizia sociale” con “l’immediata attuazione della sentenza della Corte Costituzionale che chiede l’adeguamento delle pensioni di invalidità”. “Se dalla risposta che verrà data alle Camere ci renderemo conto che il voto che ci viene chiesto è destinato ad avere effetti costosi e improduttivi, funzionali soltanto alla ricerca del consenso per i partiti della maggioranza – concludono Salvini, Berlusconi e Meloni -, in questa caso sarà proprio l’interesse nazionale ad impedirci di votare lo scostamento. Se così fosse la responsabilità delle decisioni sarà del governo e della maggioranza”.

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