Sono stati in molti a indicare il buon governo quotidiano della regione rossa la principale ragione della sostanziosa vittoria di Bonaccini.
Invece di assalire volgarmente citofoni e strumentalizzare i bambini di Bibbiano, Salvini avrebbe dovuto rinunciare alle sparate quotidiane sull’attaccamento alle poltrone, all’accordo di potere tra Conte e Zingaretti, attaccandone la sua strategia della sicurezza dei porti chiusi, sulla demagogia contro la droga, quasi la nuova ministra Lamorgese fosse una fumatrice di spinelli e sostenitrice dell’hashish libero.
Queste disinvolte e diseducatrici impostazioni non hanno premiato il capo leghista che ha personalizzato in modo sfrenato ogni iniziativa, da vero capopopolo vessillo al vento, a pancia a terra per l’ultimo assalto al forte apache. Tutti atteggiamenti che come si è visto non hanno pagato, perché espressione di un eccesso di personalizzazione e di protagonismo senza limiti. Positivo invece il modo quasi discreto con cui si è mosso il segretario Pd.
Prima di tutto la rivendicazione e sottolineatura costante di una gestione unitaria del partito, pur con la naturale fatica che comporta il raggiungerla, garanzia però di condivisione e di unanime assunzione di responsabilità. Anche rispetto agli organi periferici del partito , alle loro valutazioni autonome in vista sempre di un risultato comune. La positività del metodo è emersa in questo voto importantissimo, come risultato positivo da non disperdere già nei prossimi appuntamenti, ai quali il capo leghista ha subito annunciato di guardare come occasione di rivincita.
Il partito aperto è invece una indicazione positiva da riempire di metodo e di sostanza. Deve coinvolgere tutto quanto il partito nella lotta all’orribile piaga da sanare radicalmente in Calabria dove non basta il pur fondamentale intervento di Gratteri ma è indispensabile lavorare per rinnovare il gruppo dirigente cercando di coinvolgere con seria motivazione il popolo di Calabria.
Il partito secondo la Costituzione è dei cittadini per contribuire-con metodo democratico-alle determinazioni della politica nazionale. Bisognerebbe tenerlo sempre a mente e soprattutto praticarlo, sfuggendo ad ogni tentazione di rottamazione e di un solo condottiero al comando.
Bibbiano, citofoni e droga: la demagogia questa volta non ha giovato a Salvini
Presentare la ministra Lamorgese come fosse una fumatrice di spinelli e altre disinvolture diseducatrici è stato un errore
Nuccio Fava Modifica articolo
28 Gennaio 2020 - 20.20
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