Evita le domande tecniche, dribbla gli argomenti scottanti e cerca di arrampicarsi sugli specchi con slogan e frasi fatte: è un Di Maio in seria difficoltà quello ospite di Floris a DiMartedì.
“È un momento difficile per tutta l’Europa. Per uscire possiamo fare due cose, che non sono alternative: mettere in sicurezza il ceto medio, con il salario minimo e misure per chi fa figli, e investire nell’export. Produciamo le cose più belle al mondo e dobbiamo essere i piu’ forti del mondo nelle esportazioni” spiega il vicepremier, ma alla domanda di Floris su dove si ha intenzione di trovare quei 20 miliardi di euro necessari per scongiurare l’Iva, Di Maio semplicemente non risponde: “Non voglio entrare nel tecnico, le proiezioni saranno nel Def”.
“La crisi è europea e per affrontarla il governo sta mettendo a punto il dl crescita. Le misure arriveranno tra una settimana al massimo” ha continuato Di Maio a proposito degli interventi inclusi nel provvedimento su cui stanno lavorando Mef e Mise, a partire dalla salvaguardia dei marchi storici.
Riguardo poi le ultime parole di Juncker, ossia che “alcuni ministri italiani sono bugiardi”, Di Maio fa lo gnorri: “non ho capito cosa volesse dire e non ho intenzione di alimentare tensioni con la Commissione Europea. Non gli rispondo perché voglio lavorare perché il paese torni a crescere”.
Momento emblematico dello stato attuale della politica giallo-verde.#DiMaio, dopo un discorso generico e incomprensibile, prova a salvarsi dicendo:”Non voglio finire nel tecnico”#Floris:”No, no, ci finisca pure”.
Momento emblematico dello stato attuale della politica giallo-verde.#DiMaio, dopo un discorso generico e incomprensibile, prova a salvarsi dicendo:”Non voglio finire nel tecnico”#Floris:”No, no, ci finisca pure”.
Fantastico!#dimartedì pic.twitter.com/bXQdt8O3q9
— Pietro Raffa (@pietroraffa) 2 aprile 2019