Lega pronta a dare il benservito ai grillini e Di Maio si agita: rispettare il contratto di governo
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Lega pronta a dare il benservito ai grillini e Di Maio si agita: rispettare il contratto di governo

Il Giggino nazionale in calo nei sondaggi e con la credibilità in crollo: sul reddito di cittadinanza non arretriamo

Marco Potì insieme a Luigi Di Maio con un cartello NoTap
Marco Potì insieme a Luigi Di Maio con un cartello NoTap
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3 Novembre 2018 - 09.42


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La Lega sale nei sondaggi, gli incapaci e sprovveduti grillini calano (la vicenda No Tap è tipica delle loro promesse mancate, anche se ora cercano di dare la colpa agli altri) e tanti hanno capito che Salvini si appresta a dare il benservito ai loro maggiordomi.

Quindi Giggino cerca di alzare la voce: “Abbiamo firmato un contratto di governo che va rispettato da entrambi i contraenti”. In un’intervista al Corriere della sera, il vicepremier Luigi Di Maio manda un messaggio agli alleati della Lega all’indomani della frenata sul reddito di cittadinanza venuta dal sottosegretario Giorgetti, che ha parlato di “complicazioni attuative”.
Il reddito di cittadinanza, assicura il capo politico del M5s, “sarà operativo nei primi tre mesi del 2019”. “Se vedo un problema – osserva – non è nelle risorse o nelle norme, ma quando qualcuno non crede in quello che stiamo facendo. Se qualche membro del governo non crede in quello che stiamo facendo, allora è un rischio per i cittadini prima di tutto”.
Quanto alla flat tax, messa da parte per lasciare il posto alle altre misure della manovra, ai leghisti Di Maio manda a dire: “Hanno fatto loro una scelta politica. Sono le loro scelte per la legge di Bilancio. Io sono soddisfatto delle mie, se loro non sono soddisfatti delle loro non dipende da noi”.
“Quello che ha detto il Presidente Mattarella è ragionevole. Il Capo dello Stato sta osservando l’evolversi della situazione con molta attenzione. La sua attenzione è la nostra: anche noi teniamo alla salvaguardia degli interessi degli italiani”. Lo ha detto il vicepremier Luigi Di Maio che, in un’intervista al Corriere della sera, è tornato sul monito rivolto dal presidente della Repubblica Mattarella a proposito della manovra.
“E’ chiaro – ha aggiunto il leader M5S – che con la Commissione Ue è importante avere un dialogo, ma non arretriamo di un millimetro sia per quello che c’è nel testo, sia per quello che ancora non c’è ma verrà aggiunto in Aula e mi riferisco a più soldi per la scuola, alla misura sulle pensioni d’oro e sui tagli all’editoria”.
Di Maio è convinto che non si arriverà a sanzioni all’Italia da parte dell’Ue sulla manovra. “Non credo si arriverà a questo punto – ha detto – non succederà, non ci sono nemmeno i presupposti per alcune ipotesi. E sono convinto che il premier Conte e il ministro Tria sapranno spiegare alla Commissione la bontà della manovra”.
In ogni caso, ha ripetuto, “se il tema è mettere in discussione il reddito di cittadinanza o il superamento della Fornero non c’è rilievo che tenga. Specifico che ci sono ulteriori tagli agli sprechi da fare e andremo fino in fondo”.
Tensione nel governo
A rendere ancora più tesi i rapporti tra M5S e Lega è lo stop del Carroccio alla norma sulla trasparenza delle donazioni ai partiti e alle fondazioni contenuta nel ddl Anticorruzione. Per il capogruppo della Lega in Commissione Affari Costituzionali, Igor Iezzi, firmatario dell’emendamento soppressivo dell’articolo 9 del ddl, si tratta di “una norma controproducente, che di fatto rende impossibile il finanziamento lecito”. I grillini però non intendono arretrare su questo tema.

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