Olimpiadi 2026, il governo boccia la candidatura italiana: "è morta"
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Olimpiadi 2026, il governo boccia la candidatura italiana: "è morta"

Il sottosegretario alla presidenza del consiglio Giorgetti: "nessuno spirito di condivisione tra Milano, Torino e Cortina". Zaia e Fontana non ci stanno: la candidatura va salvata, Veneto e Lombardia andranno avanti

Giancarlo Giorgetti
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18 Settembre 2018 - 13.52


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“Questo tipo di proposta non ha il sostegno del governo, è morta”. Sono le parole di Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla presidenza del consiglio e numero due della Lega, sulla candidatura italiana ad ospitare le Olimpiadi invernali del 2026.
“Io ritengo – ha detto Giorgetti in commisione Istruzione al Senato – che una cosa così importante come la candidatura olimpica deve prevedere uno spirito di condivisione che non ho rintracciato tra le tre città”, e cioé Milano, Torino e Cortina.
“Per questo – ha proseguito il sottosegretario – il governo non ritiene che una candidatura così come formulata possa avere ulteriore corso. Questo tipo di proposta non ha sostegno del governo, è morta”.
“Io ovviamente – ha detto ancora Giorgetti – giudico negativamente questa situazione. A lungo, fino a ieri, è stata discussa la proposta della candidatura condivisa. Sono stati approfonditi vari aspetti, cercando un minimo comune denominatore tra le tre città proponenti”.
“L’obiettivo – ha spiegato il sottosegretario alla presidenza del consiglio – era duplice: avere un’unica gestione dell’evento a livello nazionale presso la Presidenza del consiglio, che gestiva i soldi, e avere una partecipazione paritetica tra le tre candidate senza che nessuna prevalesse. Su questo si è innescato un dibattito che non ha portato a soluzione”.
La storia quindi per il governo finisce qui ma non per Veneto e Lomardia. Le parole di Giorgetti non sono infatti piaciute ai suoi colleghi leghisti Luca Zaia e Attilio Fontana, presidenti delle due regioni, intenzionati invece a portare avanti comunque la candidatura italiana.
“Se vogliono andare insieme – ha detto a questo proposito Giorgetti – se ne faranno carico loro anche in termini di oneri. In caso di candidatura tridente il Governo avrebbe messo le garanzie, in questo caso non ci saranno ma dovranno fornirle loro. Se poi anche Torino volesse… deciderà il Coni”.
“Arrivati a questo punto – hanno scritto i governatori di Veneto e Lombradia, Zaia e Fontana in una nota congiunta – è impensabile gettare tutto alle ortiche. La candidatura va salvata, per cui siamo disponibili a portare avanti questa sfida insieme. Se Torino si chiama fuori, e ci dispiace, a questo punto restano due realtà, che si chiamano Veneto e Lombardia, per cui andremo avanti con le Olimpiadi del Lombardo-Veneto. Il tempo della tattica è terminato. L’occasione è troppo importante per lasciarsela sfuggire, quindi ribadiamo ancora una volta in maniera inequivocabile che Regione Veneto e Regione Lombardia hanno come unico traguardo quello di portare in Italia le Olimpiadi invernali del 2026”.

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