Solo ieri, nel primo mese dal crollo del ponte di Genova, le macerie del ponte Morandi sono state definite il Ground Zero non solo della città, ma di tutta l’Italia. Una tragedia che ha sconvolto il paese, cui è giusto aspettarsi, da parte di chi occupa i luoghi del potere, una reazione consona, non solo forte ma anche e forse soprattutto misurata nei modi e rispettosa dei 43 morti sotto quelle rovine simbolo di un’Italia che sta crollando in pezzi.
E invece ad occupare la poltrona di Ministro delle Infratrutture e dei Trasporti ci ritroviamo un simpatico burlone, fiero membro di quello che è evidentemente il Governo della goliardia: Danilo Toninelli è stato nell’occhio del ciclone nelle ultime ore, per una foto che lo ritrae con un imbalsamato Bruno Vespa insieme a un plastico – ospite ricorrente nelle puntate più macabre di Porta a Porta – proprio del ponte Morandi. Un bel sorriso stampato in faccia, mentre giocherella con la versione giocattolo di una tragedia nazionale.
Giustamente, il Ministro è stato attaccato, da più lati: per mancanza di decoro e di rispetto, per sconvenienza, per non aver partecipato alle dolorose manifestazioni organizzate a Genova per il primo mese dal crollo, ripetendo tra l’altro il comportamento tenuto un mese fa, quando quei 43 corpi erano ancora caldi sotto le macerie e lui era fresco al mare, come il suo degno compare Salvini.
Ma Toninelli non ci sta: e non solo attacca i giornalisti che lo hanno criticato, dandogli dei burattini e tirando fuori la solita manfrina dei cinque stelle sui finanziamenti pubblici ai giornali. No, il Ministro ha deciso di andare oltre, di continuare lo scherzo. E allora via, un altro selfie, stavolta su Instagram: un bel primo piano in compagnia dei figli e sotto la didascalia “ho revocato la revoca della concessione al mio barbiere”.
Il riferimento è alla concessione Autostrade, un argomento delicatissimo, sempre legato al crollo del ponte Morandi, sempre correlato a questa tragedia e il fatto che siano morte 43 persone e oltre 200 famiglie si siano ritrovate senza casa sembra non sfiorare la mente del ministro malato di selfie.
In fondo, fa quasi tenerezza: Toninelli, come il suo collega Di Maio, si ritrova in un Governo dominato dal re dei social Matteo Salvini, un’amministrazione che basa la sua costante e martellante campagna elettorale sul selfie, sul meme, sulla frase a effetto lanciata su twitter al momento giusto. E, come Di Maio, anche lui deve attirare l’attenzione su di sé, far vedere che anche lui è al lavoro per il cambiamento del paese. Giusti quindi i selfie, giusta l’ironia, in fondo chi non apprezza sarà uno dei soliti giornalisti rosiconi coi finanziamenti pubblici. O un parente di una delle vittime, chissà, che si vede dileggiato dal Ministro dei Trasporti.