Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha conferito a Carlo Cottarelli l’incarico di formare il governo. Cottarelli ha accettato con riserva.
Saltato il governo di Giuseppe Conte, ora tocca all’ex commissario alla spending review Carlo Cottarelli: l’economista è entrato al Quirinale (a piedi con trolley a seguito) dove è stato convocato dal presidente della Repubblica. Lo spread dopo un’apertura al ribasso è tornato a salire e lo scontro politico e istituzionale resta altissimo dopo che Luigi Di Maio e anche Giorgia Meloni hanno minacciato la messa in stato di accusa del Capo dello Stato, con la Lega che sull’impeachment non segue M5s e Fdi, che hanno evocato la piazza.
Gli incontri Il presidente del Consiglio incaricato si è subito recato a colloquio dal presidente della Camera, Roberto Fico e, nel primo pomeriggio, incontrerà anche la presidente del Senato, Elisabetta Casellati. Cottarelli potrebbe non svolgere consultazioni e tornare al Colle con la lista dei ministri tra stasera e domani.Al momento, solo il Pd ha già annunciato che voterà la fiducia all’esecutivo guidato da ‘mister spending review’. M5s e Lega restano sulle barricate, ma Matteo Salvini per ora conferma la scelta di non appoggiare la battaglia lanciata ieri da Luigi Di Maio contro Sergio Mattarella con la richiesta di impeachment. Forza Italia, con la capogruppo a palazzo Madama Annamaria Bernini, fa sapere che non voterà la fiducia a Cottarelli, mentre Leu si riunirà nel pomeriggio per decidere la linea, anche se Stefano Fassina, pur stigmatizzando gli attacchi al Capo dello Stato, ha annunciato il suo ‘no’ all’esecutivo del Presidente.
Due gli scenari delineati da Cottarelli, al termine del colloquio con Mattarella: governo che incassa la fiducia, vara la manovra per il 2019 e poi porta il paese al voto nei primi mesi del nuovo anno. Oppure, se l’esecutivo dovesse essere ‘sfiduciato’, allora ordinaria amministrazione e elezioni dopo il mese di agosto. In ogni caso, Cottarelli ha garantito che “il governo manterrebbe una neutralit àcompleta rispetto al dibattito elettorale e mi impegno a non candidarmi alle prossime elezioni e chiederò un simile impegno a tutti i membri del governo”.
Il programma Quanto al programma, sarà ben circoscritto: il Capo dello Stato “mi ha chiesto di presentarmi in Parlamento con un programma che porti il Paese a nuove elezioni”, chiarisce subito il presidente del Consiglio incaricato, che fa anche altre due precise puntualizzazioni: “vi posso assicurare nel modo più assoluto che un governo da me guidato assicurerebbe una gestione prudente dei nostri conti pubblici”. E se eèvero che “un dialogo con l’Europa in difesa dei nostri interessi e’ essenziale e possiamo fare meglio che in passato”, tuttavia per l’economista questo dialogo “deve essere costruttivo nel pieno riconoscimento che, come Paese fondatore dell’Unione europea, il nostro ruolo resta essenziale come resta essenziale la nostra continua partecipazione all’area dell’euro”.
I numeri In base ai numeri Cottarelli non otterrà la fiducia del Parlamento. Quindi, come da scenario delineato dallo stesso economista, si profila un ritorno anticipato alle urne dopo l’estate. Sulla carta, stando alle prime dichiarazioni dei leader dei partiti contrari alla nascita dell’esecutivo presieduto dall’ex spending review, i voti contrari alla fiducia alla Camera sono 483, quindi ben 167 voti in pià rispetto alla maggioranza assoluta di 316 deputati, contro i soli 111 voti certi a favore della fiducia da parte del Pd. Hanno infatti annunciato che non voteranno la fiducia la Lega (124 deputati), il Movimento 5 stelle (222), Fratelli d’Italia (32) e Forza Italia (105). Liberi e Uguali (14 deputati) deciderà il da farsi nel pomeriggio. Quanto al gruppo Misto, sarà da capire come si comporteranno le diverse componenti, anche se i 21 deputati che lo compongono non sposteranno l’ago della bilancia, vista la maggioranza ampia e massiccia contraria alla nascita dell’esecutivo Cottarelli. La situazione non cambia al Senato: sulla carta sono 246 i voti contrari alla fiducia, quindi 85 voti in più rispetto alla maggioranza assoluta di 161, a fronte dei soli 52 sì del Pd.
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