“Se non ci saranno le condizioni per un governo politico, per noi è giusto si torni al voto”. E, in tal caso, “sarà ballottaggio” tra M5S e Lega: “ora è ormai chiaro che sono due le realtà politiche che competono per il governo, gli italiani decideranno”. Lo dice Luigi Di Maio subito dopo le consultazioni al Quirinale.
“Al di là della valutazioni che farà il Presidente della Repubblica – rimarca il leader pentastellato – mi sento di dire che non siamo disponibili a votare la fiducia a un governo tecnico” .
Nuovo giro di consultazioni al Quirinale a partire dalle 10. La prima delegazione ad essere ricevuta dal capo dello Stato Sergio Mattarella sarà quella del Movimento cinque stelle con il leader Luigi Di Maio accompagnato dai capigruppo Danilo Toninelli e Giulia Grillo, a seguire alle 11 sarà la volta del centrodestra con le delegazioni di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia che saliranno insieme al Colle. A mezzogiorno a essere ricevuta sarà quella del Pd.
Dopo le quattro saranno ricevuti Leu, le Autonomie e i gruppi misti di Camera e Senato. Alle 17.30 e alle 18 saranno sentini, infine i presidenti delle Camere.
Ieri tensione nel centrodestra dopo l’ultima offerta di Luigi Di Maio a Matteo Salvini (un premier concordato ma un governo che escluda Fi).
Salvini: “No a un governo del presidente, meglio ritorno al voto” – Non sarebbe infatti sostenibile, per Salvini, l’idea di Berlusconi di appoggiare un governo del presidente nell’attesa di creare in Parlamento le condizioni per la nascita di un esecutivo di centrodestra. Se l’accordo con Di Maio si facesse, ipotizzano nel centrodestra, si potrebbero chiedere un premier come Giancarlo Giorgetti, e Salvini si farebbe garante dell’alleato. Se non si arrivasse a un governo politico, “che dia garanzie al sistema Paese”, per il leader della Lega sarebbe preferibile tornare in tempi rapidi al voto.
Berlusconi: “No appoggio esterno di FI” e apre a un governo del presidente – Berlusconi resta da parte sua totalmente contrario ai diktat di Di Maio: andiamo al Colle a invocare l’incarico a un premier del centrodestra, continua a chiedere. E se Mattarella proponesse un governo del presidente, sostengono fonti di FI, Berlusconi sarebbe disponibile, pur di tenere unito il centrodestra, a dire no e accettare il ritorno alle urne.
Gentiloni: preferirei non continuare. Invocando il governo Gentiloni che resti fino alle urne “non so se Di Maio mi abbia fatto un favore o meno perché il governo senza avere un rapporto di fiducia col Parlamento” sarebbe “un problema”. Lo dice il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni a Che tempo che fa. Restare a Palazzo Chigi? “Preferirei di no ma quello che decide il presidente della Repubblica mi troverà sempre pronto a rispondere. Lo considero un dovere. Se il presidente della Repubblica fa una richiesta non prenderla in considerazione è difficile”.
“La proposta che farà il Presidente la prenderemo in considerazione positivamente in ogni modo. Nel Pd Mattarella troverà un interlocutore positivo”, ha affermato il Presidente del Consiglio.
Parlando del No di Renzi ad un tavolo con il M5s, Gentiloni dice: “Forse si poteva discutere perché questo avrebbe messo a nudo le contraddizioni. Ma forse il gran rifiuto non era indispensabile”. “Non penso fosse realistico” un accordo del Pd con il M5s, ha aggiunto.
“In campagna elettorale – prosegue Gentiloni – da una parte si è sentita la fiera delle velleità. Se poi pensiamo ai toni, ancora fatico a capire come la Lega e i Cinquestelle, che non sono parenti stretti, riescano a fare davvero un governo insieme. E comunque certamente è un’operazione legittima ma a livello europeo sarebbe considerata un’incognita abbastanza singolare per un grande Paese come l’Italia”.
“Non so se c’è da chiamare un medico (come ha detto Salvini, ndr) ma di certo non per me”, ha detto Gentiloni tornando a parlare di flussi migratori che, sottolinea, “noi li abbiamo messi sotto controllo, con il lavoro del mio governo e di Minniti”.
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