Salvini sferza Berlusconi: si scordi di allearsi con il Pd

Il leader leghista insiste su un patto con M5s: se voglio espellere i clandestini non posso accordarmi con hi li ha portati

Giorgia Meloni, Silvio Berlusconi e Matteo Salvini
Giorgia Meloni, Silvio Berlusconi e Matteo Salvini
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8 Aprile 2018 - 09.19


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Qualcuno ha nostalgia del Patto del Nazareno. Ossia del Renzusconi premessa de vagheggiato Partito della Nazione. Nel giorno del vertice del centrodestra ad Arcore, Matteo Salvini mette le mani avanti: “A Berlusconi e Forza Italia dirò chiaramente di scordarsi di fare un governo con il Pd”. Parlando della formazione del nuovo esecutivo, il leader della Lega ha affermato che “se c’è un tentativo da fare è col M5s, perché se voglio riformare il mondo del lavoro e la scuola, se voglio espellere i clandestini, non posso farlo con chi ci ha portato a questo punto”.
In un’intervista a Il Corriere, il numero uno del Carroccio ha annunciato che con gli alleati si dovranno mettere nero su bianco i dieci punti del programma: “Sulla base di questo programma, le distanze dai 5 Stelle sono molto meno di quelle che si pensi”.
Al primo giro di consultazioni “noi del centrodestra siamo andati, con mio stupore, dicendo cose diverse. E’ chiaro che in questo modo si fa il buon gioco di chi sostiene che siamo divisi. Dunque, parleremo con una voce sola, quella scelta dagli italiani che hanno portato il centrodestra a guida Salvini a essere la coalizione più votata. E così, toglieremo ogni alibi a Luigi Di Maio”.
All’osservazione che il centrodestra un po’ diviso lo sia, sull’Europa per esempio, Salvini ammette: “È vero, quello è un nodo fondamentale. E non solo con Berlusconi. Io non posso andare al governo con chi fino ad oggi ha detto soltanto signorsì a Bruxelles. Di Maio ora dice che loro rimarranno fedeli all’Ue”. “Io invece – ha proseguito – l’ho detto anche a Mattarella: a breve ci saranno scadenze importanti, noi intendiamo rispettare gli accordi fino a quando garantiscono il benessere degli italiani. Se invece il rispetto dei parametri significasse chiusura di altre aziende, precariato e povertà, per noi non esiste”.
L’interventismo del leader della Lega ha dato un’accelerata alla partita di Camera e Senato. Dopo il primo giro a vuoto di consultazioni, il clima resta però teso all’interno del centrodestra e la partita è più che mai aperta. Se, da un lato, Berlusconi mal digerisce un eventuale appoggio esterno di Forza Italia a un esecutivo a trazione Lega-M5s, Girogia Meloni continua a fare da mediatrice e il segretario del Carroccio, forte del 17% del 4 marzo, gioca da capo squadra. Conscio comunque del fatto che va assolutamente evitata la rottura dell’alleanza di centrodestra, con un effetto cascata sulla situazione in Lombardia, Veneto e Liguria e sulle prossime partite elettorali, comprese le amministrative di giugno.

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