Ironico e pungente. Antipatico per alcuni, ma capace di fare sarcasmo argusto per altri: “per far perdere Renzi non era necessario fare un partito; bastava lasciarlo fare da solo. II Pd ha perso tutte le elezioni, con noi o senza di noi, da Roma a Torino a Genova. Noi non nasciamo per provocare la sconfitta che c’è già stata, ma come conseguenza della sconfitta; con l’obiettivo di riconquistare un pezzo dell’elettorato che non vota, o vota 5 Stelle, o persino Lega. Consiglierei al Pd di adottare una certa prudenza, anziché continuare ad attaccarci”.
Lo ha detto Massimo D’Alema in una intervista al Corriere della Sera nella quale rivolgendosi al gruppo dirigente dei Dem avverte: “Non facciamoci del male; creiamo le condizioni per un dialogo futuro. Dopo il 4 marzo, viene il 5 marzo. Il Pd dovrebbe semmai dedicare la sua campagna a contrastare la destra”.
“L’uso strumentale del voto utile per schiacciarci non funziona, ed è controproducente”, aggiunge. Quanto poi alla richiesta di un passo laterale da parte sua osserva: “Sono estremamente laterale. Faccio campagna in uno dei collegi uninominali più laterali del Paese, il Basso Salento, non partecipo a negoziati per posti sicuri. Do una mano”.
Grasso come leader “è se stesso: una persona seria – conclude -. Certo è più difficile conquistare la scena, se uno non partecipa a questa grottesca gara a chi la spara più grossa, cui sono impegnati a pari titolo il grande maestro Berlusconi e il suo giovane allievo Renzi. Tra poco li sentiremo promettere come Lucio Dalla che sarà tre volte Natale”.
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