Volevo candidarmi premier con il M5s ma mi sono appisolato...

Un vero peccato: avrei volentieri sfiidato un grande uomo di cultura ed esperto in geo-politica come Luigi Di Maio

Di Maio
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Giancarlo Governi Modifica articolo

18 Settembre 2017 - 18.07


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Per un pelo ho perso il tempo per candidarmi con il M5S alla presidenza del consiglio. Il fatto è che questa notte avevo dormito poco e dopo mangiato mi sono appisolato e mi sono svegliato quando il tempo era scaduto da cinque minuti. Ho scritto, ho telefonato ma non c’è stato niente da fare, sono stati fermissimi: “le regole si devono rispettare” mi hanno detto. E io non ho insistito più di tanto perché so quanto i grillini abbiano a cuore le regole. Peccato, una occasione così per entrare a Palazzo Chigi non mi ricapita più perché, anche per motivi di età, non posso competere con ragazzini come Di Maio. A Palazzo Chigi sarei stato benissimo, mi avrebbero dato una stanza bellissima con una grande scrivania, alle spalle la bandiera italiana e quella dell’Europa, un paio di quadri scelti nel catalogo del ministero dei Beni Culturali. E poi al presidente mettono a disposizione un appartamento con tanto di letto dove andare a fare i riposini pomeridiani, senza dover ricorrere a quelle poco dignitose pennichelle (chiamate così dai romani perché c’è la testa che “penne”, che pende, che cade sul petto). E poi con la scusa che non ti puoi assentare dal lavoro, puoi ordinare all’usciere come minimo i pranzi e magari anche le cene, che ti vengono servite dai ristoranti migliori.
E poi le segretarie, eleganti efficienti e profumate che ti sfilano davanti che ti ricordano gli appuntamenti e le pillole che devi prendere durante la giornata . E poi non hai bisogno più di andare alla ricerca spasmodica delle raccomandazioni come tutti gli italiani, per qualsiasi cosa: per un certificato, per una pensione, per una licenza, per un posto di lavoro perché da lì comandi la cabina di regia di tutto, anche delle raccomandazioni. La “stanza dei bottini” la chiamava il vecchio Pietro Nenni.
Mi fa una rabbia pensare che a Palazzo Chigi, nella “stanza dei bottoni”, ci andrà Di Maio il quale è stato lasciato solo da altri competitori che si sono addormentati, o si sono attardati in qualche ristorante romano, o semplicemente lo hanno dimenticato. Certo la lotta sarebbe stata dura perché Di Maio avrebbe sfoggiato la sua profonda cultura: lui sa chi è stato Berlinguer e chi è stato Almirante, lui sa che i due si amavano profondamente e insieme hanno combattuto per la nostra Italia, mentre a me la storia del Novecento sfugge perché troppo recente. Preferisco occuparmi degli Ittiti, degli Assiri e non mi avventuro mai più in là degli Etruschi. Di Maio invece la storia del Novecento la conosce a menadito. E poi questa geografia di oggi tutta rivoluzionata rispetto al tempo che si andava a scuola e ci facevano studiare il Congo. Ora il Congo nemmeno c’è più e chi sa che fine ha fatto. Di Maio invece è uno specialista in geopolitica e quindi non fa figuracce.
E poi il funzionamento dello Stato chi l’ha studiato? Alla mia età non mi posso mica mettere a leggere la Costituzione. Di Maio invece la sa a memoria e guai a chi propone di cambiarla: oramai lui ha studiato quel testo lì e ogni piccola variazione lo metterebbe in difficoltà.
Anche sulle esperienze lavorative avrei perso perché lo steward nelle partite di calcio del Napoli io non l’ho mai fatto. Quindi è meglio così: è meglio che mi sia addormentato e abbia perso il tempo. Che a Palazzo Chigi vada pure Di Maio. Lui sì che lo merita….

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