La procura generale della Catalogna va pesantemente all’attacco del referendum per l’indipendenza e dei suoi promotori. Il procuratore generale ha presentato, oggi, due denunce in merito al referendum convocato per il primo ottobre e ”disinnescato” dalla Corte costituzionale. La prima denuncia è contro i componenti dell’Ufficio di Presidenza del Parlamento catalano; la seconda riguarda il Presidente della Generalitat, Carles Puigdemont, il vicepresidente, Oriol Junqueras e 12 consiglieri del suo governo. Le accuse formulata nelle denunce sono pesantissime: disobbedienza continuata; prevaricazione e appropriazione indebita di fondi pubblici. Anche se non si conosce ancora il contenuto delle denunce, è probabile che la disobbedienza è legata ai ripetuti ammonimenti a non indire il refendum; la prevaricazione nei confronti dell’opposizione in parlamento; l’appropriazione indebita per i fondi destinati alla tenuta della consultazione popolare.
Spetterà ora alla Corte Superiore di Giustizia di Catalogna decidere se ammettere le denunce e quindi procedere, avviando la fase di indagine sui fatti posti alla base delle due istanze.
Nella denuncia contro Puigdemont e il governo, l’accusa chiede inoltre anche ai magistrati di adottare una serie di misure precauzionali mirate ad interrompere ogni attività che il governo catalano, nonostante il pronunciamento della Corte costituzionale contrario al referendum, prosegua nell’attività di pubblicizzazione della consultazione. Cioè la Procura generale chiede che cessi l’attività di pagine web legate al referendum e di inviare una lettera a tutti i media, pubblici o privati che siano e che abbiano sede in Catalogna,invitandoli a non “inserire pubblicità o propaganda istituzionale sul referendum”.
Stesso ”avvertimento” il procuratore generale José Manuel Maza vuole che si inviato anche a tutti i sindaci della Catalogna che hanno ricevuto una lettera da Puigdemont e dal vicepresidente Oriol Junqueras in cui chiedono il loro sostegno per organizzare il referendum. La comunicazione ai sindaci si rende necessaria per impedire l’utilizzo di qualsiasi risorsa per un referendum incostituzionale.
E’ quindi battagia campale tra il parlamento catalano e Madrid e l’iniziativa della procura generale della Catalogna sembra destinata ad alzare, a livelli inimmaginabili, la tensione perché ormai pone la questione sul piano giudiziario, svilendo qualsiasi tentativo potesse essere attivato per abbassare i toni della cointrapposizione.
E’ chiaro che le accuse formulate a carico del gruppo politico dirigente della Catalogna da un punto di vista formale potrebbero essere fondate, ma davanti alla gravissima crisi istituzionale che si è determinata, sembra che Madrid abbia deciso di andare allo scontro, convinta di uscirne vincitrice pur se sopra un cumulo di macerie politich. Bisogna ora attendere la risposta di Puigdemont e dei suoi che dovrà essere meditata, valutando tutti gli scenai futuri possibli. Che sono tanti e, in maggioranza, bui.