Grillo furioso con i pentastellati di Palermo per l’affaire delle firme false
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Grillo furioso con i pentastellati di Palermo per l’affaire delle firme false

La vicenda delle firme false a Palermo è una spina dolorosissima per tutto il Movimento 5 Stelle.

Beppe Grillo
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10 Novembre 2016 - 18.58


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Beppe Grillo è infuriato. La vicenda delle firme false a Palermo è una spina dolorosissima per il Movimento. Già alla fine della settimana scorsa, quando la notizia dell’iscrizione di alcuni nomi nel registro degli indagati non era ancora a stata divulgata, dai vertici di M5S era arrivata una richiesta esplicita alla deputata Claudia Mannino, indicata dall’attivista Vincenzo Pintagro come una delle persone che avrebbero materialmente falsificato le firme alle elezioni comunali palermitane del 2012 ad autosospendersi dal Movimento per evitare imbarazzi. Richiesta respinta dalla parlamentare.

Indisponibilità che ha fatto arrabbiare il comico; infuriato anche il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, infuriati un po’ tutti tensione che si taglia a fette negli uffici a 5 stelle. E si sente il tintinnar di espulsioni, anche se fare uscire dal movimento qualcuno senza passare dalla sospensione suonerebbe come una forzatura.

Si attende di conoscere l’elenco degli indagati, Pintagro, il grande accusatore, aveva attribuito le principali responsabilità a Mannino e all’attivista Samanta Busalacchi oggi candidata alle primarie online per le amministrative palermitane del 2017. Accuse e responsabilità  confermate davanti ai pm. Consegnate ai magistrati anche alcune mail in cui altri portavoce del movimento parlavano dell’esigenza di raccogliere nel giro di poche ore le firme mancanti.  Questione di giorni, è si andrà al dunque. In Procura, l’aggiunto Dino Petralia e la pm Claudia Ferrari, hanno già sentito diversi attivisti e stanno lavorando per chiudere l’inchiesta “in tempi brevi”.

Ricostruiamo la vicenda. Tutto nasce da un servizio de “Le Iene”, alle elezioni di quattro anni fa. Ilcandidato sindaco era l’attuale deputato Riccardo Nuti. Alcune firme a sostegno della lista grillina sarebbero state ricopiate da un modulo a un altro per rimediare a un errore materiale. Alcuni sottoscrittori, anche davanti ai magistrati, hanno disconosciuto le proprie firme. E alcuni periti calligrafici hanno asserito che molte delle firme appaiono palesemente contraffatte. Il reato ipotizzato è “falso nella compilazione di liste elettorali e di candidati”.

Un caso clamoroso, un incidente insopportabile per Grillo. Matteo Renzi parla del caso durante la diretta Facebook: a Mario, che gli chiede delle firme false, risponde così: “I 5 stelle son sempre così: quando una cosa riguarda gli altri gridano, urlano, sbraitano, quando riguarda loro fan finta di nulla. Le firme false sono una cosa clamorosa ma sono una dimostrazione che in quel partito non sono, come dicono loro, diversi”. Il premier fa un paragone con un’altra storia che ha visto protagonista Luigi Di Maio: “Ho visto la foto di un 5 stelle con uno implicato in una famiglia camorrista. Può succedere, vero, di fare una foto così ma perché quando è successo ad altri son stati messi in croce dal sacro blog?”.

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