Grillo straparla: se la Raggi non diventa sindaco mi do fuoco in piazza

Grillo in un'intervista ha spaziato dalle elezioni comunali di Roma, al premier Renzi al futuro del suo Movimento. Ecco alcune delle sue considerazioni.

Beppe Grillo
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5 Aprile 2016 - 22.06


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Beppe Grillo durante un’intervista la spara grossa: “Se la Raggi non vince mi do fuoco in piazza. Da persona normale non capisco come non si possa votare una persona come la Raggi. Qual è il meccanismo mentale che ti porta a non votare una persona competente, mamma, che si presenta bene, un avvocato, che non ha precedenti penali. Io divento pazzo. Ma il discorso è far arrivare alla persone concetti semplici in una realtà che è rovesciata: se hai contro tutti i media insieme vuol dire che hai ragione tu”.

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In Italia è Confindustria a decidere governi , come nel resto del mondo, sono le industrie che decidono la sorte dei governi. “Lo sviluppo dell’economa e della politica mondiale è bastato su grandi multinazionale che detengono i media e i media fanno andare la gente in piazza a far cadere governi eletti democraticamente dai popoli”. “Alla Confindustria mondiale non piace che ci sia un sindacalista che faccia il Presidente del Brasile o che in Bolivia un contadino o una partigiana facciano il Presidente della Repubblica. Non lo accettano. E allora portano la gente in piazza, grazie ad un’informazione falsata palesemente, a rovesciare governi eletti dai cittadini” dice il leader M5s che ha aggiunto: “Il contesto è quello in cui Confindustria e le banche gestiscono. Ma dove si è mai visto? Questo è quello che sta succedendo anche in Italia. Il contesto è quello in cui c’è Confindustria e le banche che gestiscono. Ma – si chiede – dove esiste al mondo una Confindustria che ha una radio e un giornale?”.

Cedere la proprietà del Movimento? Sì “Succederà sicuramente: come ho tolto il nome dal simbolo io voglio che il Movimento diventi una sorta di gestione, non chiamiamola proprietà, di persone che sono dentro il Movimento”. “E’ già in corso questo procedimento di cambiamento: io tornerò a fare il comico per fare quello che ho sempre fatto, quando andavo ai cda dell’Enel o della Parmalat per denunciare l’ovvio, quello che non controlla mai nessuno”. Per Grillo, tuttavia, “non c’è una questione di proprietà: io e Casaleggio abbiamo la funzione di garanti: se entra, per dire, un negazionista abbiamo la garanzia di mandarlo via immediatamente, non stiamo a fare la votazione on line per vedere se è giusto o non giusto. E lo stesso se entra un massone”. Insomma “ci sono 5 o 6 regole che servono per entrare nel Movimento e farne parte: le garantiamo noi. Insomma le regole ci sono ma quando (la violazione) è palese non serve il voto, garantiamo noi”.

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Non c’è nessun presupposto giuridico per una querela: “La querela è tutta una finta. Le querele sono un modo per andare in tv ma i presupposti non ci sono, io non ho parlato del Pd ma di un governo che ha le mani sporche di petrolio. Non c’è nessun reato in quello che ho scritto nel blog, non c’è nessun presupposto giuridico per una denuncia: lo fanno per dirvi in tv che Grillo spara cazzate e per non dire che vogliono far passare un concetto di energia sbagliato”.

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