Marino si dimette, ma lunedì 12 ottobre
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Marino si dimette, ma lunedì 12 ottobre

Scoppia il giallo delle dimissioni del sindaco. Eppure il Vice Causi aveva annunciato che erano già state formalizzate.

Marino si dimette, ma lunedì 12 ottobre
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9 Ottobre 2015 - 19.17


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Il sindaco di Roma formalizzerà le sue dimissioni dall’incarico nella giornata di lunedì 12 ottobre consegnandole nelle mani della presidente dell’Assemblea capitolina, Valeria Baglio. Così, in una nota, il Campidoglio.

Scoppia il giallo delle dimissioni del sindaco. Il vicesindaco Marco Causi aveva annunciato che Marino aveva formalizzato le dimissioni facendo scattare così i 20 giorni: “La deadline per ritirale o meno è il 29 ottobre”. Ma Causi è stato smentito dalla presidente del Consiglio Comunale, Valeria Baglio, che ha precisato che “non appena sarà depositata la lettera di dimissioni ne sarà data comunicazione ufficiale”. Ergo la lettera non è stata protocollata. “L’iter previsto dalle norme in fasi come quella che sta attraversando l’Amministrazione di Roma Capitale è chiaro. L’articolo 53 del Tuel sull’Ordinamento degli Enti Locali dice che le dimissioni diventano efficaci e irrevocabili trascorso il termine di 20 giorni dalla loro presentazione al Consiglio, vale a dire da quando vengono protocollate”, precisa ancora la presidente dell’Assemblea Capitolina, Valeria Baglio.

Sel apre alla possibilità di un ripensamento se Marino cambiasse rotta.

Sabella, io Commissario? Valuterò. “Ho improntato la mia vita a fare il servitore dello Stato. Ho fatto questa scelta di venire a Roma e assumere l’incarico di assessore alla Legalità nella giunta Marino proprio per il mio senso dello Stato. Se ci dovesse essere qualche altro incarico lo valuterò nella consapevolezza dei miei limiti”. Così, l’ex assessore alla Legalità di Roma Capitale, Alfonso Sabella, a 24Mattino su Radio 24.

Il commento dell’Osservatore Romano dopo le dimissioni del sindaco: “Ora la capitale, a meno di due mesi dall’inizio del Giubileo, ha la certezza solo delle proprie macerie”. E’ il commento dell’Osservatore Romano alle dimissioni del sindaco di Roma Ignazio Marino. “C’è una sola grande certezza: Roma – insiste il giornale della Santa Sede – davvero non merita tutto questo”.

Vice sindaco Causi: Marino a testa alta sulle spese. “Sono convinto che Ignazio Marino potrà affrontare il procedimento relativo alla sua carta di credito e sono convinto che ne uscirà a testa alta e più serenamente senza le responsabilità di sindaco”. Lo ha detto il vicesindaco di Roma Marco Causi spiegando di essere “garantista”. “Sono convinto che i meriti che si riconosceranno all’operato di Marino sono enormemente superiori agli errori che pure potrebbe aver fatto”, ha concluso.

Marino si dimette da sindaco di Roma, ma lascia aperto lo spiraglio per un possibile clamoroso ritorno: “Presento le mie dimissioni. Sapendo che queste possono per legge essere ritirate entro venti giorni”, ha detto. “Non è un’astuzia la mia: è la ricerca di una verifica seria, se è ancora possibile ricostruire queste condizioni politiche”.

“Tutto il mio impegno ha suscitato una furiosa reazione – scrive Marino nella nota delle dimissioni – Sin dall’inizio c’è stato un lavorìo rumoroso nel tentativo di sovvertire il voto democratico dei romani. Questo ha avuto spettatori poco attenti anche tra chi questa esperienza avrebbe dovuto sostenerla. Oggi quest’aggressione arriva al suo culmine. Ho tutta l’intenzione di battere questo attacco e sono convinto che Roma debba andare avanti nel suo cambiamento”.

Il sindaco ha postato su Facebook un video nel quale legge il messaggio in cui ha annunciato le sue dimissioni (Guarda). “Mi dimetto. Dal lavoro fatto in questi anni passa il futuro di Roma. Una città che abbiamo liberato dal malaffare e dalla corruzione”.

II messaggio completo. ”Care romane e cari romani, ho molto riflettuto prima di assumere la mia decisione. L’ho fatto avendo come unica stella polare l’interesse della Capitale d’Italia, della mia città. Quando, poco più di due anni e mezzo fa mi sono candidato a sindaco di Roma l’ho fatto per cambiare Roma, strappando il Campidoglio alla destra che lo aveva preso e per cinque anni maltrattato, infangato sino a consentire l’ingresso di attività criminali anche di tipo mafioso”. “Quella sfida l’abbiamo vinta insieme. In questi due anni ho impostato cambiamenti epocali, ho cambiato un sistema di governo basato sull’acquiescenza alle lobbies, ai poteri anche criminali. – prosegue Marino -. Non sapevo, nessuno sapeva, quanto fosse grave la situazione, quanto a fondo fosse arrivata la commistione politico-mafiosa. Questa è la sfida vinta: il sistema corruttivo è stato scoperchiato, i tentacoli oggi sono tagliati, le grandi riforme avviate, i bilanci non sono più in rosso, la città ha ripreso ad attrarre investimenti e a investire. I risultati, quindi, cominciano a vedersi”.

“Il 5 novembre su mia iniziativa il Comune di Roma sarà parte civile in un processo storico: siamo davanti al giudizio su una vicenda drammatica che ha coinvolto trasversalmente la politica – continua ancora il primo cittadino di Roma dimissionario – La città è stata ferita ma, grazie alla stragrande maggioranza dei romani onesti e al lavoro della mia giunta, ha resistito, ha reagito”.

“Questi i motivi e il quadro in cui si inseriscono le mie dimissioni. scrive ancora marino – Nessuno pensi o dica che lo faccio come segnale di debolezza o addirittura di ammissione di colpa per questa squallida e manipolata polemica sulle spese di rappresentanza e i relativi scontrini successivamente alla mia decisione di pubblicarli sul sito del Comune. Chi volesse leggerle in questo modo è in cattiva fede. Ma con loro non vale la pena di discutere”. “Mi importa che i cittadini, tutti, chi mi ha votato come chi no, perché il sindaco è eletto da una parte ma è il sindaco di tutti, – continua ancora il messaggio – comprendano e capiscano che, al di là della mia figura, è dal lavoro che ho impostato che passa il futuro della città”.

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