La strategia fallimentare di Berlusconi
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La strategia fallimentare di Berlusconi

In Francia Sarkozy ha saputo unire la destra intorno a sé e ridimensionare la Le Pen. Il nostro insegue la Lega di Salvini.

La strategia fallimentare di Berlusconi
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24 Marzo 2015 - 22.08


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di Nuccio Fava

Può essere utile riflettere ancora sul significato del voto in Francia. Significativa sempre una consultazione del “popolo sovrano” perché contiene indicazioni sullo stato dell’opinione pubblica e sulle attese e aspettative fondamentali nei diversi elettorati, nella valutazione delle politiche governative.

Ci sarebbe inoltre da considerare la crescente difficoltà degli istituti di ricerca ad interpretare e cogliere prima del voto orientamenti e scelte degli elettori. Di recente del resto anche in Israele le previsioni hanno fatto clamorosamente cilecca: il partito laburista dato sicuramente vincente ,ha subito un sconfitta sorprendente . In Francia la novità, ritenuta travolgente, del Fronte Nazionale, è risultata molto più contenuta rispetto alle generali previsioni. Il F N non solo non ha vinto ma chissà quando mai avrà dinnanzi un prospettiva di governo. Dopo questo voto comunque non appare per nulla scontato che Marine Le Pen parteciperà alle prossime presidenziali. Sorpresa positiva invece la vittoria di Sarkozy pur con ambiguità di posizioni che inseguivano la Le Pen sul suo terreno populista. Limitata la sconfitta dei socialisti guidati da un Presidente che non riesce gradito agli elettori e paga l’incapacità a superare i forti contrasti nella sinistra e nello stesso campo socialista.

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Queste rapide considerazioni possono offrire utili spunti per un rapido riferimento alla situazione italiana. Berlusconi non pare in grado in alcun modo di assolvere ad un ruolo analogo a Sarkozy che è riuscito a unificare il centro destra, divenendo il primo partito. Non ci sono per Berlusconi soltanto le contrapposizioni e le lacerazioni dentro Forza Italia. È profondamente pericolosa la ricerca di una alleanza strategica con la Lega di Salvini , grande ammiratore e alleato di Marine Le Pen, non destinata certo a modificare gli equilibri di governo a Parigi. Oltre la fallimentare strategia di Berlusconi c’è anche qualche limite di corto respiro nella politica di Renzi-
autentico mattatore e asso piglia tutto-che non potrà però supplire alla mancanza di una alternativa berlusconiana .

O meglio di un centro destra fuori da pericolosissime alleanze con Salvini. Per i cinque stelle il discorso è diverso e più complesso come mostrano tutti i tentativi di dialogo finora falliti. Il caso Italia forse nonostante l’intrepido dinamismo del Presidente del consiglio, non appare destinato ad essere risolto a breve.

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