Berlusconi: nessun veto a un candidato Pd

Renzi: il Colle è fuori dal patto del Nazareno. Salvini potrebbe appoggiare un candidato di sinistra. Alfano è totalmente contro.

Berlusconi: nessun veto a un candidato Pd
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22 Dicembre 2014 - 10.47


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Il giorno delle dimissioni di Giorgio Napolitano si avvicina, mancano poche settimane ormai, e nelle stanze dei “palazzi che contano” le voci e le opinioni su chi sarà il nuovo Capo dello Stato si fanno sempre più insistenti.

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Silvio Berlusconi sembra voler aprire una porta alla sinistra: “Noi guardiamo alla persona. Non ha importanza se è di quella parte o di quell’altra. Non va giudicata dal fatto se ha radici in un’area o in un’altra. Si deve trattare di una persona seria, accettata da tutti”.

Il leader di Forza Italia ha spiegato: “Noi in Parlamento abbiamo circa 150 grandi elettori. Vogliamo concorrere dopo di che, vedremo se e cosa il leader Pd ci dirà. Noi stiamo partecipando all’approvazione delle riforme. Noi non ci sottrarremo ne’ sulle modifiche alla Costituzione ne’ sulla nuova legge elettorale. Quindi pensiamo di poter contribuire anche sul capo dello Stato”.

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Renzi: il Colle è fuori dal patto del Nazareno – “Grazie a Giorgio Napolitano. Senza di lui l’Italia sarebbe peggiore”, ha affermato il presidente del Consiglio Matteo Renzi ospite di Fabio Fazio a ‘Che tempo che fa’. Per il Presidente della Repubblica “serve una maggioranza, la più ampia possibile, coinvolgendo tutti anche Fi, M5s e Sel. Ma nesuno ha diritto di veto, neppure il Pd. Serve una persona saggia e di equilibrio” dice Renzi. Il premier rende noto che “il patto del Nazareno non comprende il Quirinale. Allora l’incarico di Napolitano non era in discussione. Il patto del Nazareno comprende riforme e legge elettorale”.

Santanché: niente veti, ma basta comunisti – “Concordo con Matteo Renzi quando dice che nessuna forza politica dovrà porre il proprio veto sulla nomina del prossimo capo dello Stato, ma sia chiaro: al Colle basta comunisti”, ha affermato la deputata di Fi Daniela Santanché. “Negli ultimi otto anni la presidenza della Repubblica è stata occupata da un uomo del Pci che ha sacrificato l’Italia e favorito l’Europa. Quanto meno, oggi ci aspettiamo un soggetto liberale e di area moderata, in grado di ricordare a Bruxelles che l’Italia, prima di tutto, è e resta uno stato sovrano”, ha sottolineato.

Salvini: va bene uno di sinistra, ma né Prodi né Amato – Anche il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, ha detto la sua: “Se voterei un candidato di sinistra? Dipende dai nomi. In Italia purtroppo se non sei di sinistra difficilmente vai a ricoprire alcuni ruoli. Se propongono Prodi o Amato pero’, altro che scarpe, ci togliamo anche il giubbotto perché sono dei complici di questa situazione disastrosa”.

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Il numero uno del Carroccio, intervenendo ad Agorà (Rai3), ha spiegato: “Evidentemente c’è gente positiva ed equilibrata anche a sinistra: ci sono amministratori locali molto in gamba. Non ho la stessa spocchia di quelli di sinistra che ritengono di essere solo loro quelli con la ragione in tasca”. Chiamparino al Colle? “Come presidente della Regione Piemonte e’ una delusione disastrosa. Fino a sei mesi avrei risposto di sì, ma da quando è presidente della regione Piemonte non ne sta facendo una giusta, quindi adesso direi di no”. Finocchiaro? “Non la conosco personalmente e quindi non mi permetto di dare giudizi. Da lettore pero’ ricordo la foto ad Ikea con la scorta che le portava il carrello. Non mi sembra un messaggio di gran gusto in questo momento economico”.

Salvini ha ribadito però di non avere molto a cuore la ‘questione presidenziale’: “Io al Quirinale farei il museo del presepe, senza ospiti e senza inquilini – ha concluso -. Non me ne frega niente. Intanto hanno i numeri, scegliera’ Renzi”.

Alfano va contro: il candidato non può venire dal Pd – Chi, invece, va ancora contro l’idea di un possibile candidato di sinistra è il leader di Ncd Angelino Alfano, il quale sbarra la porta ad un candidato espressione del partito maggiore della maggioranza, cioè il Pd. “Non facciamone una questione di partito, il presidente della Repubblica però non può essere eletto dal congresso di una formazione politica ma da un’assemblea di mille grandi elettori che rappresentano il Paese. La Costituzione assegna al presidente sette anni proprio per stare a cavallo di due legislature e dunque di più governi, possibilmente di diverse maggioranze. Dunque ciascuno deve sentirsi rappresentato”.

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Il ministro dell’Interno non fa mistero di guardare ad un candidato cattolico per il Quirinale: “In effetti -ricorda- è da un bel po’ che al Colle manca un cattolico e le aggiungo che durante la Prima Repubblica un partito grande e forte come la Dc ha avuto la generosità e la visione di votare presidenti esterni, un liberale come Einaudi, un socialdemocratico come Saragt e un socialista come Pertini”.

Il perimetro da cui partire, però, dovrebbe essere quello della maggioranza: “Credo che occorra partire da quella di governo per estenderla a quella del cosiddetto Nazareno. Noi siamo molto favorevoli a che della partita faccia parte Fi”, sottolinea Alfano. Quanto alle elezioni regionali della primavera 2015, Alfano tiene a debita distanza Matteo Salvini come potenziale leader di tutto il centrodestra: “I primi esperimenti non hanno funzionato, alle elezioni regionali in Emilia il miglior risultato storico della Lega ha coinciso con il peggiore risultato storico del centrodestra, guidato proprio da un esponente leghista”, conclude Alfano.

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