“Sulla giustizia il patto del Nazareno non è riproponibile. Né nelle modalità, né nella formula. Perché l’interlocutore non è affidabile. Con un partito che ha lavorato per il salva questo-salva quello, che ha azzerato il falso in bilancio, che ha occultato il tema della legalità, è complicato interloquire. Se poi lo schema è quello del confronto parlamentare, ci sono forze politiche come M5s o Sel, meno numerose, che possono interloquire meglio. Ovviamente c’è il problema della forza politica di centrodestra oggi è alleata del governo”. Con queste parole chiare, si è espresso in un’intervista il deputato del Pd Giuseppe Civati.
“Siamo di fronte a un conflitto d’interessi gigantesco – ha continuato il democratico -. Prevedo un autunno caldo per la giustizia, rinviata per due anni in modo compromissorio perché prima Berlusconi era un alleato e poi è rimasto tale sulle riforme costituzionali, mentre questioni fondamentali come l’auto-riciclaggio e la l’anti-corruzione venivano accantonate”
“ Mi piace l’Orlando laborioso agostano, ma questo non cancella i due anni di rinvii, che non riguardano lui, ma lo schema politico”. Secondo Civati, nel confronto con Forza Italia il paletto è “il rispetto verso il lavoro della magistratura. Io vorrei una riforma con i magistrati e non contro di loro”.
“Non ci possiamo permettere di rinviare ancora la modifica delle leggi vergogna, o essere in imbarazzo sull’evasione fiscale. Poi starei lontano dalla demagogia, evitando le battute di Renzi su indulto e amnistia. Mi chiedo se un Pd forte non possa insistere sulla legalizzazione delle droghe leggere. Al coraggio, almeno, non dovremmo rinunciare” ha concluso.
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