L’Italicum arriva al voto finale, o almeno si spera. Dopo i rinvii degli ultimi giorni, le spaccature sulla parità di genere e i franchi tiratori del Pd, questa mattina è attesa la definitiva approvazione della legge elettorale. L’accordo Renzi-Berlusconi ha sostanzialmente retto anche se non lascerà indenne il Partito Democratico, uscito spaccato dall’esperienza.
Le dichiarazioni di voto in diretta:
Niente quote rosa, come deciso dalle votazioni sui tre emendamenti proposti da Roberta Agostini del Pd, e niente preferenze dopo il no all’emendamento di Fratelli d’Italia. Passano, anche se per pochi voti, le soglie di sbarramento, il premio di maggioranza, i criteri e gli algoritmi necessari alla ripartizione dei seggi approvati ieri dal voto della Camera.
LE REAZIONI Battibecco Bindi-Renzi: «Il Pd è ferito»«Il Pd è un partito ferito dai 100 voti mancati» agli emendamenti sulla parità di genere. Lo ha detto la presidente della commissione Antimafia, Rosy Bindi, nel suo intervento all’assemblea del Pd. «La legge elettorale è passibile di incostituzionalità», ha agigunto l’ex presidente dell’assemblea del Partito democratico. Poco prima, Rosy Bindi si era resa protagonista di un battibecco con il premier Renzi sulla bocciatura degli emendamenti sulle quote rosa e i dubbi di incostituzionalità della legge.
Bersani: «Al Senato bisogna cambiare»«Al Senato qualcosa bisognerà cambiare». Lo afferma Pier Luigi Bersani,intervistato da Agorà sulla legge elettorale. Secondo Bersani, la riforma della legge elettorale subirà degli «aggiustamenti» nel passaggio a Palazzo Madama. A proposito delle quote rosa, spiega: «Se in Italia non ci mettiamo un po’ di spinta con le regole non ci si arriverà mai».
Schifani: al Senato non voterò il testo della Camera«Non voterò al Senato la legge elettorale della Camera». Lo ha detto Renato Schifani a Radio Anch’io. «Ci sono – ha aggiunto il capogruppo di Ncd a Palazzo Madama – evidenti vizi di costituzionalità: basta pensare che con il 25% dei consensi un partito può ottenere il 52% dei seggi alla Camera. L’accordo Renzi-Berlusconi non rispetta il Parlamento. Non avremo al Senato atteggiamenti dilatori, ma faremo sentile le motivazioni di ogni singolo senatore».
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