“Nervoso”. Così Pippo Civati vede il segretario del suo partito sulla delicata questione dei segretari indagati. In una intervista alla Stampa, l’ex avversario del premier alle primarie del Pd, racconta di vedere un Renzi “più arrabbiato con se stesso che con me”.
Nessuna polemica, sottolinea ancora il deputato Pd, sulla questione che ha tenuto banco nelle ultime settimane e che ha portato alle dimissioni del sottosegretario Antonio Gentile. “Avevo solo detto che sarebbe stato lui a spiegarci la differenza tra il caso Gentile e quello degli altri sottosegretari, come puntualmente è accaduto – ha precisato Civati – . Non avevo certo calcato la mano, anzi. Siccome ci sono passato anch’io, come Renzi si è premurato gentilmente di ricordare, avevo detto che ci sono situazioni diverse. E che una spiegazione politica andava data”.
Nel mirino, l’avviso di garanzia ricevuto dallo stesso Civati un anno fa. “Dopo una settimana avevo chiarito tutto con il magistrato, ma i tempi della giustizia, si sa, sono lunghi – è la puntualizzazione della voce critica del Pd -. Tirarlo fuori non è stato elegante”.
La critica di [url”Pippo Civati”]http://www.ciwati.it/[/url], come fa presente ancora lui stesso, è sull’Italicum. “Se si vuole fare una legge elettorale migliore, basta provarci. Non è che si può rinnegare se stessi per fare l’alleanza più larga del mondo. Poi uno vota con il gruppo, non fa scene, ma il disagio c’è” sottolinea Civati, concludendo che “ci troviamo una legge elettorale che a quelli del Pd non piace”.
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Argomenti: matteo renzi