Matteo Renzi, in attesa di farci capire cosa vuol fare dell’Italia, ha cominciato la campagna elettorale. Un bel viaggetto a Treviso dall’evidente sapore mediatico per dare l’immagine del sindaco tra i sindaci, sel cittadino tra i cittadini.
Immancabile la visita nelle scuole, ossequiosamente ripresa dalle telecamere, mentre il pugnalatore di Letta, con fare amichevole e gioviale, scherzava con i bambini e batteva il cinque (give me five) come quando si gioca a pallone.
Mancava la barzelletta su Ugo Merda e saremmo stati a posto.
Del resto lo schema funziona: fuffa, molta immagine per accaparrarsi il voto degli italiani facili a seguire le suggestioni, come il decaduto/risorto Berlusconi ha insegnato per quasi un ventennio.
Sul resto aspettermo con pazienza i risultati se verranno e, con molta meno pazienza, il gonfiar mediatico di risultatini presentati come rivoluzioni epocali, Italicum docet.
Al rottamatore un consiglio. Vada a farsi un giro a l’Aquila con l’elmo dei vigili del fuoco. E’ un po’ come la parolaccia, il peto o il rutto nei film comici. Roba scontata, ma alla fine funziona sempre e gli italiani gradiscono. E votano il pifferaio magico più valente.
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Argomenti: matteo renzi