Renzi-Silvio: 5 minuti faccia a faccia da soli

Durante l'incontro tra il premier e Forza Italia, i due leader hanno fatto uscire le delegazioni e sono rimasti da soli. Una stranezza che apre molti interrogativi.<br>

Renzi-Silvio: 5 minuti faccia a faccia da soli
Preroll AMP

Desk2 Modifica articolo

19 Febbraio 2014 - 15.35


ATF AMP

Anche la seconda giornata di consultazioni è terminata. Entro l’inizio della prossima settimana il presidente incaricato, Matteo Renzi, formerà il nuovo esecutivo, forte dei colloqui con le diverse forze politiche. Oggi è stata la volta anche della delegazione di Forza Italia, guidata da Silvio Berlusconi, il primo a incontrare l’ex sindaco di Firenze. Il colloquio è durato un’ora, come spesso accade in questi casi. La cosa anomala, secondo alcune voci, è che, al termine dell’incontro, i due leader abbiano allontanato le rispettive delegazioni e abbiano avuto un faccia a faccia privato per qualche minuto.

Top Right AMP

L’accaduto, oltre ad essere inconsueto, è preoccupante, visti i precedenti di Renzi e Berlusconi, da molti chiamati “Renzusconi”, soprattutto dopo che il leader di Forza Italia ha incontrato il segretario del Pd nella sede del partito per concordare i punti della legge elettorale, per ora in stand-by. Di cosa avranno parlato in quei delicati 5 minuti? Di giustizia? Dopotutto è un tema caro a Berlusconi e uno dei punti cardine, almeno così sembra, del programma di Renzi. Di economia? Di riforma della legge elettorale? Di riforma costituzionale (altro tema importante per Silvio)?

Per ora non è dato saperlo, ma ciò che si evince è che alla fine non conta più se il voto viene dato al Pd, a Forza Italia, a M5s a Sel. Questa volta gli elettori non sono stati neanche scomodati. Ormai conta solo ciò che vogliono i capi di partito, i leader. Leader come Silvio Berlusconi, il quale, dopo l’incontro con Renzi, non ha neanche risposto alle domande dei giornalisti enunciando tutto d’un fiato il suo discorso.

Dynamic 1 AMP

Il Cavaliere ha annunciato che Forza Italia starà all’opposizione ma “deciderà di volta in volta sui contenuti dei singoli provvedimenti, se saranno favorevoli al Paese li voteremo” ha detto Berlusconi: 120 i giorni concessi per le riforme.

Molti i temi al centro del colloquio, ha spiegato Berlusconi iniziando il suo discorso, relativi alla legislazione normale e alla riforma degli assetti istituzionali. “Il Paese ha bisogno di diventare governabile, cosa che oggi non è” ha detto ancora il leader FI, ammettendo di saperlo bene dopo i suoi nove anni di governo. Berlusconi attribuisce la responsabilità dei problemi di oggi alla decisione dei padri costituenti che, dopo il regime fascista, “non assegnarono il potere al presidente del consiglio e al consiglio dei ministri ma lo divisero”. Da qui parte la filippica del Cavaliere per chiedere una revisione dell’assetto istituzionale per dare al premier e al consiglio dei ministri “lo stesso potere dei loro colleghi delle altre democrazie occidentali”. Troppo il potere assegnato al presidente della Repubblica, fa presente Berlusconi.

Le richieste sono quelle di una riforma istituzionale del Senato, serve una sola Camera – ridotta nel numero – per i disegni di legge, e la modifica della Corte Costituzionale, perché la prerogativa del presidente della Repubblica di nominare 5 membri ne fa un organo della sinistra. Infine, il Cavaliere chiede l’elezione diretta del presidente della Repubblica da parte dei cittadini. “Su queste e altre riforme – lavoro, pensioni, fisco e giustizia – abbiamo dato disponbilità al presidente incaricato per lavorare insieme”. Infine una battuta, sul rinnovamento della classe politica: “mi ha fatto piacere parlare con un premier incaricato che ha la metà dei miei anni” ha detto Berlusconi.

Dynamic 1 AMP
FloorAD AMP
Exit mobile version