Matteo Renzi l’ ha fatto il grande salto. Ha bruciato le tappe e ha sfidato il rischio di suicidio che anche noi da questa tribuna avevamo paventato. Il rischio di bruciarsi è forte e lui ne è cosciente ma dice di sentire il senso del dovere ancora più forte. Renzi ha capito che l’Italia è in pericolo di morte e non si può più perdere tempo con il tran tran della vecchia politica, del rinvio, dei piccoli passi. C’è un Paese reale che mostra la corda, che non ce la fa ad arrivare alla fine del mese, una fetta sempre più grande sta precipitando sotto la soglia di povertà. Il fisco rapace e una burocrazia soffocante allontanano gli investitori.
Ogni giorno si perdono migliaia di posti di lavoro, si chiudono esercizi commerciali, le banche e il fisco diventano sempre più spietati e fanno fallire le aziende. Tutto si fa tranne rilanciare veramente l’economia e ridare forza al mercato, immettendo denaro nelle attività produttive, abbassare in maniera consistente il costo del lavoro, abbassare l’IVA il cui aumento ha creato una politica deflazionistica che ha danneggiato anche il fisco. E poi dimezzare i costi della politica che costituiscono uno scandalo insopportabile per un paese ridotto allo stremo. Dove si recuperano queste risorse? Innanzi tutto con una patrimoniale vera che faccia pagare coloro che hanno approfittato di più delle speculazioni finanziarie che hanno messo in ginocchio l’economia mondiale e poi ritirandosi da commesse militari inutili e costosissime come i famigerati aerei F35.
Il programma innanzi tutto è la carta di Renzi insieme alla rapidità di esecuzione. A questo punto la domanda è d’obbligo: con quale maggioranza si potrà portare avanti un programma così coraggioso? Quale maggioranza riuscirà ad esprimere questo Parlamento così inetto e così insensibile al “grido di dolore” che viene dal Paese? Io penso, e spero che anche lui ci abbia pensato, che debba presentarsi senza una maggioranza precostituita sottoponendo un programma forte, di vera emergenza a tutti gli uomini politici di buona volontà. O la va o la spacca! Se va l’Italia si salva, se non va Renzi avrà la possibilità di portare la classe politica che non lo ha seguito, che non si è fatto carico dei grandi problemi, di fronte al giudizio del Paese che sarà molto severo.
Se invece Renzi si presenta con la stessa maggioranza che sosteneva il governo Letta, il rischio del fallimento anche dell’ultima risorsa, è molto forte e a guadagnarci saranno soltanto coloro che vogliono lo sfascio finale della Repubblica.
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