Enrico Letta non fa nessun passo indietro e non lascia la sua poltrona a Palazzo Chigi. Al termine di una giornata, quella di ieri, che ha tenuto tutti con il fiato sospeso, dopo [url”l’incontro con il segretario del Pd”]http://www.globalist.ch/Detail_News_Display?ID=54514&typeb=0&Letta-va-avanti-Renzi-decidero-domani[/url], Matteo Renzi, il premier in conferenza stampa ha smentito le voci che davano il suo governo al capolinea: “Sono sereno, anzi Zen; non si danno le dimissioni per dicerie o per manovre di palazzo”, ha detto su Twitter con l’hashtag #iosonosereno. Poi ha rilanciato, presentando [url”Impegno Italia, il nuovo patto di governo”]http://www.globalist.ch/Detail_News_Display?ID=54545&typeb=0&Letta-chi-vuole-il-mio-posto-lo-dica[/url].
Ma oggi è il giorno della resa dei conti. Tutti i nodi verranno al pettine durante la direzione del Pd prevista per le ore 15, convocata per decidere il futuro del governo: i democratici cercheranno di far dimettere Letta e mandare il rottamatore a Palazzo Chigi.
“L’incontro con Renzi? È stato, come dite voi (i giornalisti, ndr), franco e…, in cui ognuno ha molto sinceramente fatto valutazioni, ripreso punti di vista. Quando si discute è sempre positivo”, ha detto Enrico Letta ieri in conferenza stampa. “Leggo tante ricostruzioni sul governo. Quello che devo dire, lo dirò giovedì alle 15 in direzione. In streaming, a viso aperto”, ha commentato invece il sindaco di Firenze.
Dopo aver illustrato le sue proposte, Letta ha aggiunto: “Credo che queste siano idee giuste, ma sono aperto alla discussione e ad ogni contributo”. E ancora: “Questa è la mia proposta, tutto deve venire in campo aperto, la discussione si deve spostare sui contenuti e non sui personalismi. Non voglio prestarmi ai personalismi e penso che non voglia farlo anche Renzi”.
La partita ora è nelle mani della maggioranza che dovrà pronunciarsi sul suo governo. Il Nuovo centrodestra di Alfano, così come Scelta civica e i Popolari per l’Italia non si sbilanciano, in attesa di conoscere l’esito della direzione del Pd. Ma sarebbero già pronti a smarcarsi da Letta e stringere una nuova alleanza con Renzi. Che potrebbe provare anche a conquistare il sostegno di Sel, anche se Nichi Vendola bolla come “fantascienza” l’ipotesi di una convivenza nell’esecutivo con il centrodestra di Giovanardi.
Il rilancio di Letta non sembra convincere neanche la minoranza Pd, che auspica la staffetta con Renzi da giorni. Gianni Cuperlo esprime “grande preoccupazione per la piega che ha assunto il confronto interno al partito”. “Lo scontro fra Letta e Renzi assomiglia a uno scontro di potere, la direzione di domani – pronostica Pippo Civati – rischia di trasformarsi in un western”.
Migliore (Sel): Letta lasci – “Vogliamo andare a vedere le carte del Pd. Di più: vogliamo chiedere ai democratici, specie in caso di una crisi, di essere pienamente in campo per trovare soluzioni adeguate”. Così il capogruppo di Sel alla Camera, Gennaro Migliore. E quanto all’ipotesi di dimissioni del premier, Enrico Letta, Migliore taglia corto: «Prima se ne va, meglio è”. Secondo il presidente dei deputati di Sel, infatti, “la situazione non è più sostenibile: anche alla luce dell’ ostinazione con la quale si è presentato alla stampa rivendicando successi mai avuti”. A proposito sottolinea: “Sel ha votato tutte le volte contro l’esecutivo quando ha chiesto la fiducia”.
Per Migliore “dobbiamo ripartire da quello che, l’anno scorso, prospettammo agli elettori, cioè la promessa di ricostruire il centrosinistra”. E alla domanda se ci siano stati rapporti con i Democratici, risponde: “Diciamo che, a parte per le ovvie questioni parlamentari, non ci siamo sentiti su crisi o supposte tali del governo”. Incalzato su una sua diversa posizione rispetto alla base di Sel, Migliore spiega: “Io faccio parte del gruppo dirigente. E rappresento il partito nelle istituzioni. Quindi non faccio parte di correnti di nessun tipo”. Insomma, chiarisce, «noi siamo nati per fare il centrosinistra. Poi, è ovvio, abbiamo un dibattito interno vivace”.
Alfano: con Letta se avrà la fiducia del PD – “Letta sa di poter contare sul Nuovo centrodestra per un’alleanza leale, corretta e proficua se il suo partito , il Partito democratico, gli darà la fiducia per rilanciare l’azione di governo. La vicenda nella quale ci troviamo è nata dentro il Partito democratico e lì deve trovare la sua soluzione”. Lo ha affermato il leader del Nuovo centrodestra, Angelino Alfano, ospite su Canale 5 de “La telefonata” di Maurizio Belpietro.
“È il Partito democratico – ha insistito Alfano – che ha un presidente del Consiglio di nome Enrico Letta, un uomo che è stato leale con il Nuovo centrodestra in questi mesi e che quando è diventato presidente del Consiglio era il vicesegretario del Partito democratico. Non è un tecnico, non è neanche un trovatello, è uno che è lì per la scelta di un partito e per la scelta di persone e uomini che lo hanno sostenuto nel diventare presidente del Consiglio”.
“Quindi – ha sottolineato Alfano – se il suo partito gli riconfermerà la fiducia, lui sappia che può contare sul Nuovo centrodestra; se il suo partito non gli confermerà la fiducia è con il suo partito che Enrico Letta deve vedersela ed è il suo partito, cioè il Partito democratico, che deve parlare chiaro di fronte al Paese offrendo un’alternativa. E a quel punto il Presidente della Repubblica farà ciò che la Costituzione prevede e si valuterà il da farsi”. “Noi non diamo nulla per scontato. Si tratta di ore delicate, figuriamoci se tolgo le castagne dal fuoco al Partito democratico. Oggi è il giorno delle decisioni all’interno di un partito che ha determinato tutta questa confusione, a questo punto decidano loro e poi comunichino al Paese qual è la loro decisione e in base alla loro decisione – ha concluso Alfano – ciascuno si orienterà avendo il Nuovo centrodestra come bussola il bene dell’Italia, degli italiani”.
Napolitano: elezioni anticipate? Sciocchezze – La sfida, insomma, è tutta interna al Pd. Da Lisbona ieri è intervenuto anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ribadendo che non si può “indebolire” la “fiducia faticosamente riguadagnata” con il “riaccendersi di timori sulla risolutezza a proseguire sulla strada delle riforme e della responsabilità”. Ed a chi gli domanda di possibili elezioni anticipate, il capo dello Stato ha risposto lapidario: “Non diciamo sciocchezze”.
Toti (Forza Italia): Renzi al governo? Non so quanto reggerebbe – “Non so quanto potrebbe reggere Renzi al governo. Finora abbiamo assistito a uno scontro di potere, non a un confronto di idee”. Così Giovanni Toti, consigliere del programma di Forza Italia. Comunque assicura che in caso Matteo Renzi divenga premier, l’atteggiamento di Fi verso le riforme non cambierebbe: “Berlusconi è un uomo che sta ai patti”.
Certo, evidenzia, “le riforme camminano se in contemporanea c’è un governo che fa cose utili per il Paese. Un governo che non fa nulla e resta al potere per molto tempo è più dannoso di uno che non fa nulla e dura di meno”. Inoltre Toti sottolinea: “La nostra opposizione è stata sempre costruttiva. Se ci propongono provvedimenti utili al Paese li voteremo come abbiamo sempre fatto in passato”. Tuttavia, il consigliere politico di Fi fa notare come il segretario del Pd «dopo aver fatto del consenso elettorale e della distanza con il Palazzo la cifra della sua politica » ora «entrerebbe al governo con una manovra di Palazzo».
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