Il senatore Sergio De Gregorio ha ampiamente confessato di aver intascato 3 milioni di euro per passare dall’Idv al Pdl e per far cadere il governo Prodi anche grazie a una sua successiva attività di reclutamento di parlamentari. Uno scandalo senza precedenti per il quale – sembrerebbe quasi ovvio – [url”il Senato ha deciso di costituirsi parte civile”]http://www.globalist.ch/Detail_News_Display?ID=54255&typeb=0&Compravendita-di-senatori-Senato-parte-civile[/url], grazie all’ultima parola del presidente Pietro Grasso, il quale ha ribaltato l’orientamento del Consiglio di presidenza, che – stretta maggioranza – si era espresso per il no, con dieci voti contrari e otto a favore.
Tanto è bastato perché il centrodestra compatto (evidentemente i primi effetti dell’Italicum si fanno sentire…) si scagliasse contro il presidente, quasi come se il fatto che il Senato si vuole rivalere contro chi è accusato di aver svolto l’attività di corruzione fosse un’offesa. Si sono scatenati i commenti unanimi come sempre capita quando c’è di mezzo Silvio Berlusconi e sono state chieste le dimissioni di Grasso.
Polverini (Fi): non è super partes – «A ben vedere, da parte del Pd sembra si voglia rimettere tutto in discussione. È la prima volta, infatti, che una tale decisione viene applicata da parte del Senato che mai fino ad ora si era costituito parte civile contro un senatore.» Così ad “Un caffè con…” di Sky Tg24 la deputata di Forza Italia Renata Polverini. «Allora perchè il Senato non ha sentito la medesima necessita nei confronti del Paese e non si è costituito parte civile anche quando il tesoriere del Pd Lusi si appropriò di 20 milioni di fondi pubblici? E ancora più grave è che ieri Grasso ha sovvertito la decisione dell’ufficio di presidenza che si era espresso a maggioranza contro la proposta di costituzione da parte del Senato in giudizio contro Silvio Berlusconi. La decisione assunta dal Presidente Grasso fa venir meno il ruolo di un organismo di garanzia per la democrazia interna del Senato stesso. Il Presidente del Senato non si è dimostrato così super partes come invece avrebbe dovuto essere», ha aggiunto.
Romani (Fi): spaccia una sua opinion per una valutazione morale – «Non possiamo tacere di fronte alla scelta di far valere una propria opinione, spacciandola per una valutazione morale. Non gli compete e non ci convince. Non ha convinto noi ma neppure il consiglio di presidenza: interpellati uno a uno i membri si sono espressi in modo opposto rispetto alle scelte che il presidente Grasso ha poi assunto». Queste le parole del capogruppo di Forza Italia al Senato, Paolo Romani. «Che senso ha convocare un organismo, farlo esprimere e disattendere le sue valutazioni? È questo il compito del presidente del Senato? È questa la sua idea di terzietà?», ha aggiunto.
«Noi non verremo mai meno al rispetto dell’istituzione né alla persona ma analogo rispetto abbiamo il diritto di chiedere nei confronti di questa assemblea, dei senatori e dei milioni di persone che hanno dato il proprio voto a Silvio Berlusconi», ha concluso.
Sacconi (Ndc): è venuta meno la sua terzietà – Della stessa opinione è anche Maurizio Sacconi, capogruppo al Senato per il Nuovo centrodestra: «Mi associo alla richiesta del collega Romani»: venga a riferire in Aula. Da oggi questa istituzione è diversa, qualcosa di grave è accaduto: quella terzietà che deve caratterizzare il ruolo del presidente».
Bitonci (Lega Nord): è una scelta di carattere politico – Al coro si unisce il capogruppo della Lega Nord al Senato, Massimo Bitonci, intervenendo stamani in aula. «La scelta del presidente Grasso sulla costituzione di parte civile del Senato per noi è di carattere politico. Lei, presidente, ha dimostrato di non essere imparziale, di non garantire la volontà dell’ufficio di presidenza e della maggioranza».
La scelta di Grasso di costituzione di parte civile del Senato nel procedimento contro Silvio Berlusconi per la compravendita di senatori secondo Bitonci «è completamente difforme da quanto è successo in questi anni. Una cosa simile non era mai avvenuta in procedimenti contro senatori». Per Bitonci alla maggioranza «fa comodo che il presidente decida autonomamente quando le decisioni sono prese su una persona, quando c’è da colpire una persona in particolare».
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