Il presidente del Senato, Pietro Grasso, dopo aver ascoltato i diversi orientamenti espressi dai componenti del Consiglio di presidenza, ha dato incarico all’Avvocatura dello Stato di rappresentare il Senato della Repubblica quale parte civile nel processo sulla cosiddetta “compravendita di senatori” che inizierà il prossimo 11 febbraio presso il Tribunale di Napoli.
Con dieci voti contrari e otto a favore, il Consiglio di Presidenza aveva dato parere negativo alla costituzione di parte civile del Senato nel processo sulla compravendita dei senatori in cui è indagato anche Silvio Berlusconi. Il presidente Grasso ha avuto l’ultima parola.
Il presidente ha ritenuto che l’identificazione, prima da parte del Pubblico Ministero poi del Giudice, del Senato della Repubblica italiana quale “persona offesa” di fatti asseritamente avvenuti all’interno del Senato, e comunque relativi alla dignità dell’Istituzione, ponga un ineludibile dovere morale di partecipazione all’accertamento della verità, in base alle regole processuali e seguendo il naturale andamento del dibattimento.
Nel Consiglio di Presidenza hanno votato a favore Pd, Sel, M5s e Autonomie, mentre i contrari sono stati Fi, Gal, Ncd, Lega, Per L’Italia e Scelta Civica.
L’inchiesta – Il Cavaliere è indagato dalla Procura di Napoli per corruzione e finanziamento illecito ai partiti: l’indagine riguarda l’erogazione di somme di denaro (quantificate in 3 milioni di euro) al senatore Sergio De Gregorio in relazione al suo passaggio al Pdl. Nell’inchiesta risulta indagato anche l’ex direttore dell’Avanti, Valter Lavitola: gli sviluppi dell’inchiesta sarebbero legati anche alle dichiarazioni fatte dal senatore De Gregorio ai magistrati della Procura di Napoli.
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