Il voto si avvicina e il sogno centrista non sembra più affascinante come era un tempo. Deve essere stato questo a spingere Pierferdinando Casini a voler tornare tra le braccia del centrodestra. Lo ha annunciato lui stesso in un’intervista a Repubblica, spiegando che “oggi i centristi devono ricominciare a costruire il cantiere del Ppe. Anzitutto con Forza Italia”.
L’ex presidente Udc, ormai il terzo polo è morto e al massimo il suo ruolo è stato preso in carica da Grillo e dai Cinque Stelle. La Balena Bianca, dunque, non potrà risorgere in un’Italia che, con l’Italicum e l’accordo Renzi-Berlusconi, punterà decisamente al bipolarismo. E i partiti minori resteranno fuori, anche se stanno provando a cambiare la legge elettorale in discussione. “Gli ultimi dei mohicani difendevano un mondo che non c’era più”, ha detto Casini, “aveva senso pensare a un terzo polo di centro, e dunque dare battaglia contro uno sbarramento così drastico” ma “oggi la partita che stiamo giocando è un’altra”.
L’ex presidente della Camera ha poi contestato il “populismo anti-europeo e anti-istituzionale che mette a soqquadro il parlamento e attacca in maniera dissennata il capo dello Stato”. Per Casini, “le forze responsabili (centrodestra e centrosinistra) sono chiamate a serrare le file. Non c’è più spazio per procedere in ordine sparso, non servono a niente le battaglie di retroguardia”. L’unico antidoto a questo punto, secondo Casini, “è l’accordo fra Renzi e Berlusconi per fare la riforma elettorale, quella del Senato e del Titolo V”. Lodi, infine, a Matteo Renzi:”è un politico. E sono i politici, non gli apprendisti stregoni, che producono le reali innovazioni”. Renzi, spiega Casini, è “un prodotto del laboratorio politico, esattamente come Casini. Solo che, a differenza mia, ha 20 anni di meno e per questo lo invidio”.
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Argomenti: matteo renzi silvio berlusconi