Un giorno con i grillini: strafalcioni e sincerità

Il racconto di un'assemblea M5S in Romagna: molti gli improvvisatori eppure tra quei cittadini c'è del buono. [Onide Donati]

Un giorno con i grillini: strafalcioni e sincerità
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23 Gennaio 2014 - 21.57


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di Onide Donati

Qualche sera fa il Movimento 5 Stelle del mio paese era in assemblea. Il mio paese è Bellaria-Igea Marina, una lunga striscia che si affaccia sull’Adriatico a nord di Rimini ed ha quasi 20 mila abitanti. Alle politiche i grillini hanno preso il 28%, superato in scioltezza il Pd (23%) e tallonato il Pdl (29%).
Mi avevano invitato all’assemblea e ci sono andato. Dopo un’ora ho mandato un Sms ad un amico assente ma curioso: “Siamo oltre le scie chimiche e i cerchi nel grano…”, ho pigiato sui tasti. Me ne sono pentito. Non perché la sintesi fosse sbagliata ma certo era inadatta. E perché mi (ri)portava a un atteggiamento di istintivo distacco verso una collettività di persone collocata su una frequenza – comunicativa, di priorità, di valori – differente dalla mia.

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Anzi, a pensarci bene forse i valori viaggiano su una frequenza interscambiabile e questo è un bell’argine che viene tolto di mezzo per capirsi, o quanto meno per mettere a confronto linguaggi e stili differenti. Però, vivaddio, come si fa a discutere mezz’ora se è preferibile mandare i comunicati con la posta certificata o con una normale mail al tal giornale “che non li pubblica e ci prende per il c…”? E giù critiche alla kasta dei giornalisti e l’ipotesi di un risoluto intervento presso l’Ordine. Che, curioso inciso, vedrebbe in me un probabile destinatario dell’eventuale censura pentastellata al tal giornale censuratore visto che presiedo uno dei tre collegi di disciplina dell’Ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna.

Ancora, vivaddio: come si fa a pensare che i fanghi che da queste parti ogni inverno riempiono il porto, possano essere usati per creare altra spiaggia? Lo capisce anche un bambino che non si può, che i fanghi pescati in un porto è vietato spargerli a piacimento.

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Potrei andare avanti a sottolineare temi più o meno strampalati che, probabilmente, entreranno a far parte del programma pentastellato per le elezioni comunali che si terranno in maggio. Ma serve solo a consolare me confermandomi che sono più informato, più vecchio, più saggio di loro… Più saggio forse no. Perché quell’Sms dovevo e potevo risparmiarmelo. Perché tra le pieghe degli strafalcioni programmatici c’è vitalità, c’è sincerità. C’è del buono, insomma, ma un “buono” che prima di diventare “giusto” per governare deve superare tante ma tante prove e la sola buona volontà non può bastare.
Infatti i grillini alle amministrative non funzionano: per il parlamento, un po’ per celia e un po’ per disperazione, voti Grillo e ti autoassolvi rispetto ad una dimensione così distante; ma alle amministrative, dove i tuoi problemi e le tue necessità si declinano nel concreto, non mandi a fare il sindaco l’ultimo e improbabile arrivato: metti che gli vai a sottoporre un quesito o un’emergenza e lui inizia a parlarti delle scie chimiche e dei cerchi nel grano, tu ci resti male no?

Eppure… Eppure questi cittadini (ragazzi ma non solo, un’unica donna) che, presi singolarmente, non verrebbero mai nominati presidente di un’assemblea di condominio perché nessuno si fiderebbe ad affidare loro la tutela dei propri interessi, insieme fanno massa critica, fanno comunità. Fanno anche media perché – riflettevo dopo quell’Sms inadeguato – non è che la media di chi mi sta intorno nel mio paese sia differente. E quella media sa che nei grillini ha una sponda di rappresentanza e visibilità formidabile “a Roma”. Ma in loco quella media capisce di avere bisogno di altro, di non potersi permettere il lusso di farsi rappresentare da chi è uguale. E quindi quel che in principio era il 28% calerà di parecchio. Ma non scomparirà, soprattutto non si disperderà la massa critica di tutti quei singoli pronti a ripresentarsi dietro a un comico o con un forcone in mano.

Rassegniamoci: c’è un “altro” che ha piena dignità d’esistere e di contare. È un “altro” che, spesso, è anche “oltre” ma non è detto che creda nelle scie chimiche e nei cerchi nel grano.

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