Dopo le polemiche e il passaggio in commissione, l’Italicum arriverà in Senato il 29 gennaio e il giorno dopo inizieranno le votazioni. Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo di Montecitorio.
Intanto è già cominciato il pressing della minoranza Pd: la corrente chiede al partito e al suo segretario, fautore della riforma insieme a Silvio Berlusconi, di eliminare le liste bloccate dalla proposte di legge elettorale. Non solo: i cuperliani chiedono anche di alzare la soglia del premio di maggioranza, abbassare la soglia dell’8 per cento per le forze non in coalizione e alternare la presenza di un uomo e una donna sulla lista.
I deputati della minoranza membri della commissione Affari Costituzionali domani chiederanno ufficialmente che le loro proposte divengano emendamenti del Pd per “una battaglia non di corrente ma proprio nell’interesse della governabilità.
“Come Renzi è riuscito a convincere Berlusconi sul doppio turno, noi pensiamo che se ci convinciamo tutti insieme e Renzi si convince arriveremo al risultato che ci chiedono gli elettori delle primarie”, ha detto il bersaniano Alfredo D’Attorre.
“Qualche franco tiratori ci sarà ma se faranno fallire la riforma elettorale senza metterci la faccia, dopo quello che è accaduto per l’elezione del presidente della Repubblica, allora la strada della legislatura sarà in salita, non affosseranno la legge elettorale ma legislatura” è stata la risposta di Matteo Renzi, intervistato dal Tg3. Ma il segretario Pd si è detto disponibile a modifiche, “possibili in Parlamento se tutti sono d’accordo. Gli emendamenti saranno discussi dentro il gruppo, alcuni li condivido ma nessuno può farsi la sua legge elettorale, vanno condivisi da Fi fino a Ncd”.
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Argomenti: matteo renzi silvio berlusconi