Non potevano non scatenare un feroce dibattito interno al Pd le dimissioni di Gianni Cuperlo. E così infatti è accaduto. Ad aprire le danze il deputato renziano Dario Nardella, secondo il quale “Cuperlo sarebbe stato un ottimo presidente ma capisco che il ruolo di garanzia mal si concilia con la volontà di guidare la minoranza”. Nardella ha detto poi di non condividere le critiche fatte da Cuperlo all’idea di partito di Renzi, “un partito è un luogo dove si discute e poi si decide, la gente ci chiede questo”.
Immediata anche la replica, a partire da quella della deputata Monica Gregori, che in una nota scrive “il segretario Renzi sta facendo un buon lavoro ma i modi con i quali ha risposto alle legittime critiche di merito di Gianni Cuperlo, nel corso della direzione di ieri, sono assolutamente fuori luogo”, esprimendo solidarietà e vicinanza al presidente. Sulla stessa linea Danilo Leva che a SkyTg24 definisce le dimissioni di Cuperlo “un gesto politico che pone un tema al segretario del partito: capire come continuiamo a stare insieme” perchè “non si può gestire un partito secondo una logica padronale e il dileggio non è possibile. Ieri ci sono state parole offensive da parte di Renzi verso il presidente del partito che rappresenta tutti. Ci vuole un chiarimento, mi aspetto parole chiare da parte di Renzi”.
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