Kyenge ministro della negritudine. Complimenti alla Lega per aver rispolverato il movimento letterario francofono che voleva riscoprire i valori culturali dei popoli neri (Negritude, in italiano negritudine). Già che c’erano avrebbero potuto tirar fuori dal cilindo il “negrismo”, che della nerritude fu l’antesignano.
Ma ai nostri ex ammiratori di Bossi e Trota, oggi rappresentati da Salvini (quello di “senti che puzza scappano anche i cani, stanno arrivando i napoletani…”) cosa importa della cultura nera? Meno di zero. Importa solo di trovare un modo elegante e formalmente inattaccabile per dire “brutti negri” senza dirlo. Del resto è dai tempi dell’Eiar fascista, quando venne bandito il jazz come musica “negroide”, che a molti italiani il razzismo solletica la pancia e dà alibi ai propri fallimenti.
Peccato solo che se si scendesse dai proclami para xenofobi ai dati, sarebbe più facile capire come le corbellerie leghiste non siano altro che subdoli pretesti per indirizzare l’odio politico contro la “nera” Kyenge, ossia la scimmia e l’orango che è tanto utile per tenere stretto lo zoccolo duro del proprio elettorato più becero, altrimenti distratto dalle mutande verdi di Cota o dai tanti magna-magna a cui la Lega ha partecipato, dalle false lauree in Albania (a proposito di paesi stranieri…) fino ai più recenti rimborsi allegri.
Cosa dicono i dati? Al 1 gennaio del 2013 la popolazione straniera in Italia era stimata in 4 milioni e 900 mila persone. Di questi, secondo il ministero degli Interni i cittadini non comunitari regolarmente soggiornanti erano 3 milioni e 700 mila.
I paesi di cittadinanza più rappresentati sono Marocco (513.374), Albania (497.761), Cina (304.768), Ucraina (224.588) e Filippine (158.308). A questi si aggiungano i rumeni, che sono stranieri ma comunitari. Come dire: nulla a che vedere con la negritudine.
Ma andiamo avanti, a proposito dell’allarme sulla Kyenge accusata di voler trasformare l’Italia in un provincia del Congo: se parliamo di presenza di stranieri sul proprio territorio, più di noi, come percentuale della popolazione, ci sono Germania, Regno Unito, Francia e Spagna. Dietro solo Malta e Grecia.
Se poi passiamo ai rifugiati, quelli che secondo la vulgata leghista si metterebbero in marcia dagli sperduti villaggi della Somalia, dell’Eritrea e dell’area sub-sahariana dopo aver saputo (ma come poi? ) che in Italia c’era Cecile Kyenge che li aspattava a braccia aperte, vediamo come insieme con Spagna e Grecia l’Italia è il paese che ospita il minor numero di rifugiati: 0.96 per ogni mille abitanti. Contro i 17 (17!) della piccola Malta, i 7 della Germania e i 3,2 della Francia.
Ma l’Italia è all’avanguardia su un altro terreno: lo sfruttamento dell’immigrazione. Soprusi, discriminazioni, ricatti, manovalanza nelle mani dei gruppi criminali, speculatori che si arricchiscono sulla pelle degli stranieri.
Allora ecco che la mia visione è assai diversa da quella della Lega, che usa la Kyenge per i suoi alibi d’accatto. Se in questo paese c’è un’emergenza e un allarme da lanciare, quello non è la “negritudine” ma sono i negrieri. Quelli che sfruttano gli immigrati e, sempre più, anche gli italiani. Peccato che nessuno abbia la forza e la voglia di lanciare un crociata contro i negrieri. E perché nessuno lo fa lo sappiamo tutti.
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