Una Vespa bianca anni ’60 sull’estremità destra, una lavagna di legno (ma con schermo a led) con la scritta “Leopolda 013” a sinistra, tanti microfoni anni ’50 e al centro della scena tavolini rotondi e sedie verdi e gialle dallo stile vintage. Questo, visto dalla platea della stazione Leopolda, il palco della kermesse dal quale Matteo Renzi è collegato con Lilli Gruber che conduce Otto e Mezzo su La7. Alle spalle del sindaco di Firenze campeggia a caratteri cubitali lo slogan dell’edizione 2013 della Leopolda: “Diamo un nome al futuro”.
E il futuro per il candidato segretario del Pd è nel Movimento 5 stelle. Nel senso che è ai grillini che lui guarda per aumentare il proprio bacino di voti in vista delle primarie e perché no, delle prossime Politiche. “Sono più grillino io di Grillo” ha esclamato dal palco e poi alla Gruber che gli chiedeva se stesse cercando di convincere i delusi dal comico a votarlo: “Non sono io a doverli convincere è lui che li sta deludendo”.
È poi il turno dell’ex Pdl, da poche ore – di nuovo – Forza Italia. “Berlusconi può fare quello che crede” avverte Renzi. “A casa questi ministri non ci vanno. Lui non ha più i numeri neanche se volesse. Il governo non deve temerlo. Quando ha tentato di far dimettere Alfano, Lupi e Quagliariello, non ce l’ha fatta”, aggiunge. E il meeting renziano va avanti così. Con un occhio a destra e l’altro pure. Renzi parlerà direttamente dal palco domenic 27 al termine della Convention.
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