Senza la legge Fini-Giovanardi “il consumo di droga aumenterebbe a dismisura come in Cina al tempo in cui gli occidentali imposero il consumo dell’oppio. Adesso lì c’è la pena di morte”. Chiamato a commentare a Radio24 l’accordo sul risarcimento, tra l’ospedale Pertini di Roma e i familiari di Stefano Cucchi, il senatore Pdl Carlo Giovanardi finisce per parlare ed elogiare la legge che porta il proprio nome alludendo alla fine che fanno le persone che si drogano nel grande Paese asiatico.
E snocciolando delle cifre non del tutto verificabili: “Se fosse abolita la Fini-Giovanardi passeremo dallo 0,1 per cento di cronici al 20 per cento di tossicodipendenti, come l’uso del tabacco”. E ancora: “L’80 per cento di quelli che arrivano all’eroina e alla cocaina sono passati dagli spinelli. Io una canna non me la farei mai, ho visto le diapositive del cervello distrutto di un bambino. Quelli che stanno in comunità dicono: magari non mi fossi fatto una canna”.
Tornando alla vicenda Cucchi, Giovanardi ha voluto esprimere tutto il proprio dispiacere. Ma non certo per il ragazzo e i suoi familiari. “In un Paese civile”, dopo l’accordo tra la famiglia Cucchi e l’ospedale Pertini, “andrebbe chiuso il processo contro i tre agenti di custodia che stanno passando l’inferno”.
Pur apprezzando l’accordo, il senatore Pdl ha voluto ricordare che “i tre poveri cristi verranno trascinati in Appello e poi in Cassazione”. Ed “è assurdo -ha ribadito in un crescendo di indignazione – che si faccia passare una vita d’inferno agli agenti. Si tratta di un accanimento contro di loro. Dopo un’assoluzione in primo grado ci si dovrebbe fermare”.