“L’Italia corre un rischio che potrebbe essere fatale e irrimediabile. Sventare questo rischio dipende da noi, dalle scelte che faremo in quest’Aula, da un sì e da un no. Poco più di cinque mesi fa il presidente Giorgio Napolitano invitava le Camere unite a dare risposte vere ai problemi del Paese. Quel monito fu accolto da un appassionato applauso e ha avuto l’impegno delle forze del governo per dare soluzioni tangibili ai problemi veri del Paese”.
L’Italia non ne può più di clima da sangue e arena – “Gli italiani non ne possono più di un clima da Sangue e arena. Ma solo chi ha identità debole ha paura del confronto”, ha aggiunto il premier. “La prima sede deputata al confronto sono le istituzioni. In ogni passaggio anche delicato o doloroso ho coinvolto il Senato e la Camera. Ho risposto dell’operato del governo io stesso in Parlamento 15 volte”. “Il governo che guido è nato in Parlamento e se deve morire deve morire in Parlamento, alla luce del sole”, ha aggiunto.
Non c’è più tempo per le riforme – Davanti ai senatori ha poi detto: “Il tempo per le riforme è scaduto”. Il premier ha ricordato che tutte le forze di maggioranza si erano impegnate a vararle. “Oggi in poco tempo possiamo riformare la politica. I provvedimenti varati dal governo sono in Parlamento e se verranno approvati rapidamente ci riavvicineremo ai cittadini”, ma “il tempo è scaduto”.
“In poco tempo possiamo riformare la politica. In caso di crisi rischiamo elezioni che consegnerebbero il Paese all’instabilità. Con questa legge elettorale ci ritroveremmo di nuovo con le larghe intese”, ha spiegato il premier Enrico Letta nel suo intervento in Aula.
Non sovrapporre piano giudiziario e quello di governo – Letta ha poi sottolineato i benefici della “stabilità messa così clamorosamente a repentaglio”. Nel suo intervento al Senato il presidente del Consiglio ha ripetuto che i piani della vicenda giudiziaria di Silvio Berlusconi devono essere separati da quello del governo. “Non potevano né possono essere sovrapposti”, ha spiegato il presidente del Consiglio. “Basta convulsioni” sulla vita del governo e sulla decadenza di Silvio Berlusconi, chiede il Capo dell’esecutivo.
Rispetteremo gli impegni: serve il risanamento delle finanze – “Non arretreremo di un millimetro sul risanamento della finanza pubblica”. “Per questo vogliamo confermare che rispetteremo gli impegni con l’Europa per il 2014, ha aggiuno il presidente del Consiglio. “Un governo debole impedirebbe di portare a compimento” le riforme economiche necessarie, ha detto Letta.
Fiducia non contro qualcuno, ma per l’Italia – “Oggi rivolgo un al Parlamento: dateci fiducia per quello che abbiamo fatto. Una fiducia che non è contro qualcuno. Una fiducia che è per l’Italia, per restituire la speranza ai nostri figli”.
Potenziare gli strumenti contro la povertà – “La ripresa dell’attività produttiva attenuerà la disoccupazione ma vanno potenziati gli strumenti a sostegno delle fasce deboli. Non c’è niente di più urgente che continuare a mettere in moto gli strumenti per attenuare la disperazione perché non diventi rabbia e conflitto”, ha detto il premier in Aula a Palazzo Madama.
Maroni: “Da Letta nulla di nuovo, la Lega è contro” – “Ho ascoltato l’intervento del presidente Letta e non mi pare che abbia detto cose significative che possano farci cambiare idea: confermeremo il voto contrario al governo”, ha detto il segretario della Lega Roberto Maroni.
Letta: “Con questo governo meno tasse” – “Questi cinque mesi di governo hanno già determinato un primo significativo sollievo fiscale agli italiani. A chi polemizza, faccio presente che grazie al governo sono state pagate meno tasse per 3 miliardi. Anche questi sono fatti, non rinvii”, ha detto in Senato il premier replica alle critiche di Berlusconi sul governo delle tasse.
“Non vogliamo nuove tasse” e “vogliamo mettere il contenimento della spesa pubblica al centro” della Legge di stabilità per il 2014″, ha detto Letta ricordando comunque che “non ci sono tagli di spesa facili”.
Berlusconi: “Sentiamo Letta e poi decidiamo” – “Vediamo che succede… Sentiamo il discorso di Letta e poi decidiamo”, ha detto Silvio Berlusconi arrivando a Palazzo Madama.
Silvio Berlusconi sta ascoltando – a quanto si apprende – gli interventi di tutti i senatori per valutare solo alla fine cosa fare in vista del voto di fiducia al governo Letta. Non si esclude, un colpo a sorpresa, e cioè la decisione di votare sì al governo per evitare spaccature del partito.
Letta: “Obiettivo crescita e risanamento” – “Il nostro obiettivo dichiarato da tempo – ha detto Letta – è l’aumento di un punto di Pil nel 2014 e spero che la legge di stabilità sia l’occasione per dimostrare che il cambiamento è in atto ma senza arretrare nel risanamento della finanza pubblica. Rispetteremo gli impegni e il governo prenderà le misure necessarie per ridurre il deficit sotto il 3%”.
Pdl: gruppo vota per alzata di mano, nessuno per il sì – Il gruppo del Pdl ha deciso di votare per alzata di mano se dare la fiducia o meno al governo Letta. Nessuno ha alzato la mano per il voto a favore. E quindi è passata la decisione di votare la sfiducia.
Bondi: “Cicchitto assoldato dalla sinistra” – “Non ho mai voluto replicare a Cicchitto avendo cura di conservare vecchi rapporti di amicizia. Visto per che lui non si fa scrupolo di venir meno a ogni memoria di amicizia e non esita ad accusarmi di stalinismo sapendo di mentire e di offendere la mia limpida storia personale, mi auguro solo che la sinistra che ora lo ha assoldato non lo accusi più di essere un piduista come ha fatto finora”. Così il senatore Sandro Bondi, coordinatore del Pdl.
Con 25 dissidenti Pdl-Gal superato quorum Senato – Con la mozione di fiducia al governo firmata da 23 senatori Pdl e del gruppo Gal (ma secondo Formigoni sarebbero già 25), il premier Enrico Letta ha raggiunto il quorum teorico al Senato. Infatti il presidente del Consiglio parte da una base di 137 voti (escluso quello del presidente del Senato che per tradizione non vota), ai quali si aggiungono i 5 dei senatori a vita ed i 4 annunciati dai fuoriusciti M5S. In questo modo il governo supera abbondantemente la fatidica quota 161 necessaria a Palazzo Madama, assestandosi intorno a quota 170.
Il gruppo Pdl mette ai voti il sì alla fiducia – Il gruppo dei senatori del Pdl starebbe valutando l’ipotesi di votare la fiducia al governo. Possibilità a cui avrebbe aperto anche Silvio Berlusconi. In questo momento il gruppo avrebbe deciso di mettere ai voti la decisione finale e cioè se votare sì o no a Letta.
Letta: “Oggi cambia natura governo e anche numeri” – “Oggi siamo ad passaggio che cambia la natura e ci porta davanti a noi obiettivi difficili perché cambiano i numeri, per la situazione economica e perché gli obiettivi sono delicati, a partire dal semestre Ue. Noi siamo impegnati con massima determinazione”. Così il premier Enrico Letta in replica al Senato.
Gelmini: “I destini sono separati. Fine” – “I destini sono separati. Fine”. Così la deputata del Pdl Maria Stella Gelmini commenta la risoluzione in favore della fiducia al governo firmata da 23 senatori Pdl. “E’ già pronto il nuovo gruppo. Ma di che parliamo?”, aggiunge, affermando che Sandro Bondi ha fatto bene a tenere un discorso molto duro in Aula.
Bondi a Letta: “Fallirete, è governicchio” – “Voi fallirete, darete vita a un governicchio che ha ottenuto solo lo scopo di spaccare il Pdl”. Lo ha detto in Senato Sandro Bondi. “Io non assisterò allo spettacolo – ha aggiunto – dell’umiliazione del Pdl, di Berlusconi, del Paese”.
Merkel: “Spero in stabilità Italia” – “Il nostro desiderio, e anche quello degli altri partner europei, è che ci sia un governo stabile”. Lo ha ribadito Steffen Seibert, il portavoce di Angela Merkel, rispondendo a una domanda sulla crisi in Italia. Alla domanda se, dopo la telefonata di lunedì, ci fossero stati altri contatti fra la cancelliera e il premier Letta, Seibert ha fatto capire di no: “Altrimenti lo avremmo reso noto”.
Franceschini: “Nasce una nuova maggioranza” – “Mi pare evidente che la mozione firmata anche da 23 esponenti del Pdl stabilisce che politicamente nasce una nuova maggioranza e che quindi il governo può andare avanti”. Lo ha detto il ministro Dario Franceschini in Transatlantico al Senato.
Argomenti: enrico letta silvio berlusconi