Il Pdl voterà la sfiducia al governo
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Il Pdl voterà la sfiducia al governo

I berluscones al Senato voteranno a maggioranza a favore della sfiducia. Sono 23, invece, le firme apposte da senatori Pdl e Gal al documento per la fiducia a Letta.

Il Pdl voterà la sfiducia al governo
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2 Ottobre 2013 - 12.04


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Il gruppo del Pdl ha deciso di votare per alzata di mano se dare la fiducia o meno al governo Letta. Nessuno ha alzato la mano per il voto a favore. E quindi è passata la decisione di votare la sfiducia.

«Prendiamo una decisione comune per non deludere il nostro popolo». È questa l’ultima posizione di Silvio Berlusconi sulla fiducia al governo Letta. Il gruppo del Pdl al Senato, riunito con lo stesso Cavaliere, ha deciso di mettere ai voti se dire sì o no all’esecutivo. È quanto viene riferito da alcuni dei presenti al vertice che, raccontano, si starebbe svolgendo con toni drammatici. Berlusconi, inoltre, starebbe valutando se parlare o meno in Aula.

«Vediamo che succede… Sentiamo il discorso di Letta e poi decidiamo» aveva già detto nella mattinata il Cavaliere, lasciando intuire la possibilità di un passo indietro rispetto al muro contro muro degli ultimi giorni. Passo indietro, però, che potrebbe non bastare a scongiurare la spaccatura del suo partito, visto che i dissidenti sembrerebbero intenzionati a dar vita comunque a un gruppo autonomo.

Pd e Scelta civica partono da 137 voti (107 senatori Pd, 20 di Scelta civica e 10 delle Autonomie) quando la maggioranza necessaria per la conferma dell’esecutivo sulla carta è di 160-161 sì, considerando anche i cinque senatori a vita.

Sono 23, invece, le firme apposte da senatori Pdl e Gal al documento per la fiducia a Enrico Letta. I nomi sono quelli di Bianconi, Naccarato, Compagna, Bilardi, D’Ascola, Aielo, Augello, Chiardi, Chiavoni, Colucci, Formigoni, Gentile, Giovanardi, Guialdani, Mancuso, Marinello, Pagano, Sacconi, Scoma, Torrisi, Viceconte, L. Rossi, Quagliariello.

Capezzone: giusta scelta del gruppo Pdl per no – Daniele Capezzone, Presidente della Commisisone Finanze della Camera e Coordinatore dei dipartimenti Pdl, in una nota ha affermato: «Enrico Letta, nel suo discorso al Senato, ha fornito una prova deludente su due fronti decisivi. In economia, non ha prospettato nulla di davvero convincente e concreto. Al di là delle parole e delle promesse da saldi di fine stagione su spesa e tasse, resta infatti l’aumento Iva, l’uso delle accise come bancomat, e un minimalismo rinunciatario nei fatti che si contrappone alle parole e ai sogni».

«E l’excusatio non petita sul “governo del rinvio” testimonia bene ciò che anche Letta sa essere un problema vero. Il divario tra le parole e i fatti è così sotto gli occhi di tutti. Quanto alla pressione fiscale, basta consultare la nota di aggiornamento al Def, che corregge e smentisce il Premier. Quanto poi alla questione democratica che riguarda non solo Silvio Berlusconi, ma il diritto dei milioni di elettori che lo hanno scelto a una piena rappresentanza istituzionale, da Letta sono venute parole pilatesche nella forma, e giustizialiste nella sostanza. A maggior ragione dopo tuttte queste considerazioni, e dopo tutte le ragioni già emerse nei giorni passati, mi pare sacrosanta la decisione del gruppo Pdl al Senato di votare NO e quindi la sfiducia al Governo Letta».

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