Dopo la decisione di Giorgio Napolitano di non prendere parte a Palazzo Giustiniani al convegno promosso dalla Fondazione De Gasperi, per affrontare il problema delle preannunciate dimissioni di massa del Pdl, ecco le prime reazioni.
I due capogruppo del Pdl al Senato, Renato Schifani, e alla Camera, Renato Brunetta hanno detto: “L’opinione unanime espressa ieri sera dai parlamentari del Popolo della Liberta’-Forza Italia è quella dell’esistenza di un’operazione persecutoria da parte di una corrente della magistratura, al fine di escludere definitivamente dalla competizione politica il leader del centrodestra, a cui si aggiunge il voto della Giunta per le elezioni del Senato con l’applicazione retroattiva della legge Severino”.
“Questo voto – proseguono – calpesta un principio fondamentale dello Stato di diritto, quello della irretroattività delle leggi, confermato dall’articolo 25 della nostra Costituzione e dall’articolo 7 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo”. “La definizione quindi di colpo di Stato e di operazione eversiva – hanno rivendicato i capigruppo Pdl – non è inquietante ma è invece assolutamente realistica e pienamente condivisibile”.
Bondi: da Napolitano giudizio politico – «Prima di prendere carta e penna per definire un fatto politico istituzionalmente inquietante la decisione assunta nel corso della riunione dei gruppi parlamentari del Pdl, il Presidente della Repubblica avrebbe dovuto a mio parere ascoltare personalmente i Presidenti dei nostri gruppi parlamentari per avere piena contezza delle nostre decisioni. Se lo avesse fatto, prima di rendere pubbliche dichiarazioni, che suonano inevitabilmente come giudizi di carattere politico, avrebbe potuto comprendere e riconoscere l’alto valore istituzionale, politico e etico del nostro gesto». Lo ha affermato il senatore e coordinatore nazionale del Pdl, Sandro Bondi, replicando alle parole del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano.
Capezzone: inquietante è colpire elettori di Berlusconi – Daniele Capezzone, presidente della commissione Finanze della Camera, ha respinto le critiche di Giorgio Napolitano all’iniziativa del Pdl. «Chi scrive ha votato due volte per l’elezione di Giorgio Napolitano alla Presidenza della Repubblica, nel 2006 e nel 2013: parlo dunque con assoluto rispetto. Ma, con riferimento all’uso fatto oggi dal Capo dello Stato dell’aggettivo “inquietante”, non posso non rilevare che, se in queste ore c’è qualcosa di davvero inquietante, è il tentativo di colpire il diritto a una piena rappresentanza politica e istituzionale di milioni di elettori, e cioe’ di quella grande parte del Paese che ha votato per Silvio Berlusconi», ha dichiarato. «È questo il vulnus, è questa la ferita, aggravata dalla applicazione retroattiva di una norma che è contestata da numerosi e autorevolissimi giuristi», ha aggiunto.
Santanchè: Napolitano s’inquieti per l’irresponsabilità dei giudici italiani – «Il presidente della Repubblica dovrebbe inquietarsi, sì, ma per l’apertura da parte dell’Europa del procedimento d’infrazione sulla irresponsabilità dei giudici italiani». Così Daniela Santanchè del Pdl replica alle parole del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano.
Alfano: tra i partiti serve reciproco rispetto – Il ministro dell’Interno e segretario del Pdl Angelino Alfano non ha voluto commentare in alcun modo la dichiarazione di Napolitano secondo la quale le dimissioni annunciate ieri dai parlamentari del Pdl sarebbero «un fatto istituzionalmente inquietante».
Intercettato dai cronisti al convegno su De Gasperi al quale avrebbe dovuto partecipare anche il capo dello Stato, Alfano non fa dichiarazioni, ma nel suo intervento tutto incentrato sull’Europa e l’integrazione dell’Italia nella UE, parla del Governo italiano che «nei mesi di marzo e aprile ha ricevuto una spinta appassionata da parte di chi si è reso conto che bisognava tenere a bada i populismi». Ma, ha aggiunto, «per tenere insieme questi due partiti» che sono al Governo, «serve una sincera condivisione e reciproco rispetto».
Gasparri: Napolitano? Ieri visto anche Bernabè – «È davvero un uomo straordinario. Ieri sera è riuscito anche ad incontrare Bernabè…». Il vice presidente del Senato Gasparri (Pdl) risponde così a chi gli chiede un commento sulla frase di Napolitano. Pressato dai giornalisti ha poi aggiunto: «Ieri, per acclamazione, sono state decise delle dimissioni. È stato un fatto politico. Se poi queste avvengano il 4 ottobre o quando voterà l’Aula, sono dettagli».
Bossi: dimissioni Pdl inquietanti? No, naturali – Se il Presidente Giorgio Napolitano ha definito le dimissioni annunciate ieri dai parlamentari del Pdl un fatto inquietante, Umberto Bossi dice invece che si tratta di un fatto naturale. «Secondo me è un fatto naturale – ha spiegato il senatur a Radio Radicale – se fanno cadere Berlusconi come fanno i suoi a restare lì a votare il governo?» Per quanto riguarda invece il comportamento della Lega, se cioè seguirà le decisioni del Pdl, Bossi ha replicato che questo «bisogna chiederlo a Maroni» anche se «quel rischio lì c’è. La Lega – ha spiegato – in qualche modo entrerà nella partita. A questo punto se va così ci conviene fare la rivoluzione direttamente, Berlusconi farà le sue scelte e noi la politica la faremo direttamente in mezzo alla gente. Berlusconi dice che non c’è più la democrazia e se è vero – ha concluso – allora bisogna combattere contro lo stato che è diventata una cosa antidemocratica».
Repetti: Napolitano parli alle Camere e non con i comunicati – «Vorrei ricordare, purtroppo anche al Quirinale, che il presidente della Repubblica nel nostro ordinamento parla attraverso le Camere e non con inusuali comunicati stampa», ha detto la senatrice del Pdl, Manuela Repetti.
Minzolini su Twitter: inquietanti gli interventi di Napolitano – «Per Napolitano è inquietante la riunione del Pdl? No, sono inquietanti gli interventi di Napolitano nella vita parlamentare e dei partiti. Non siamo una repubblica presidenziale”. Così il senatore Pdl Augusto Minzolini che ha replicato alla nota ufficiale del presidente della Repubblica.
Argomenti: pdl silvio berlusconi