“Trasparenza? No grazie. Nonostante scandali e proteste sui costi della politica, i partiti ancora non si sono messi in regola con le nuove norme approvate mesi fa che impongono la pubblicazione on line delle spese dei gruppi parlamentari”. Lo ha rivelato un’inchiesta del settimanale l’Espresso nel numero in edicola domani.
“Mancano all’appello – [url”si legge in un’anticipazione del settimanale”]http://espresso.repubblica.it/dettaglio/spese-dei-gruppi-on-line-2-su-6/2214982[/url] – i conti del Pdl e della Lega. Compito in bianco anche per Scelta Civica. E perfino i Cinquestelle, sbarcati in parlamento cavalcando le campagne anticasta, si sono adeguati all’andazzo generale: i conti restano nei cassetti. Come rivela l’Espresso, solo il Pd e il gruppo dei partiti autonomisti (altoatesini, valdostani e altri minori) hanno messo in rete sul loro sito internet il dettaglio delle spese dei primi quattro mesi della legislatura, da marzo a luglio”.
“Questo, infatti, è quanto prevede il nuovo regolamento approvato dal Senato, il 16 gennaio, in piena campagna elettorale. Ogni quadrimestre, recita la norma, ciascun gruppo deve pubblicare in rete “gli estremi dei mandati di pagamento, assegni e bonifici bancari”.
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