«Non è certo facile punire e bloccare Assad senza intervenire nella guerra civile, ma resta un punto fermo che l’unica possibilità di farlo senza ripetere le tragedie del passato è quello di mobilitare le risorse politiche, diplomatiche e militari dell’Onu». Lo ha scritto Romano Prodi sulla vicenda siriana.
Quanto sta accadendo in Siria, scrive l’ex-premier, non è la «lotta di una maggioranza libertaria e democratica contro una piccola minoranza da decenni al comando del Paese» ma si tratta di una scontro che divide a metà il Paese e «entrare in modo attivo in una guerra civile, comporta come conseguenza naturale, l’essere corresponsabile di qualsiasi orrore venga compiuto verso coloro verso i quali si è corso in aiuto».
Dunque non è semplice intervenire ma «è chiaro che -ha sottolineato Prodi- umiliare l’Onu come si è fatto in Libia non porta ad alcun risultato. Ben più positivo per aiutare la pace è stato invece l’intervento guidato dall’Italia in Libano nel 2006. Positivo non solo per il nostro determinato impegno in favore della pace, ma perché compiuto sotto l’autorità dell’Onu e con l’attivo impegno anche di Cina e Russia».
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