La questione è riassumibile in poche parole: il Pdl cura solo l’interesse di Berlusconi, quindi le larghe intese le vede solo come copertura per il proprio capo. E Letta se vuole restare premier deve riuscire a inventarsi questa benedetta agibilità politica. Che è un modo elegante per dire: grazia, amnistia, riforme che non prevedano reati per il Cavaliere.
Quasi tre ore di confronto ma alla fine le posizioni tra il premier Enrico Letta ed il vicepremier Angelino Alfano restano distanti sull’agibilità politica di Silvio Berlusconi. Un incontro duro tra il premier Letta ed il vicepremier Alfano sulla vicenda Berlusconi. Il segretario Pdl ha fatto presente che non è possibile che un partito resti dentro la coalizione se l’altro partito della coalizione fa decadere il leader del partito alleato per un atteggiamento pregiudiziale.
“In uno stato democratico il principio di legalità è un principio a cui tutti devono soggiacere, perchè davvero la giustizia deve essere uguale per tutti”, ha invece detto il segretario del Pd Guglielmo Epifani commentando le prime notizia dopo il vertice a Palazzo Chigi. “Speriamo che nessuno voglia assumersi la responsabilità del tanto peggio tanto meglio. Sarebbe davvero paradossale che dopo aver visto perdere il lavoro, visto le aziende chiudere, giovani che non trovano lavoro, si aprisse una crisi al buio in queste condizioni. Nessuno ci farà cambiare idea e nessuno può tirarci per la giacchetta. Per noi la bussola sono gli interessi del Paese, e lo ripeto, che vengono prima degli interessi dei democratici e ancor prima di quelli di un’unica persona”.
ma i timori veri vengono dagli incappucciati del Pd, ossia dai 101 scilipotiani con la maschera pronti a tutto per salvare l’interesse personale del condannato Berlusconi. Una stagione squallida ci sta passando sotto gli occhi, e non sappiamo ancora se il peggio è passato.
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