Caso Mediaset, bufera sul giudice Esposito
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Caso Mediaset, bufera sul giudice Esposito

Il presidente della Sezione Feriale ha parlato della sentenza al Mattino: Berlusconi condannato perché sapeva. Poi in una nota ha smentito: parole manipolate.

Caso Mediaset, bufera sul giudice Esposito
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6 Agosto 2013 - 19.28


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Si è aperto un vero e proprio caso politico attorno all’intervista che Antonio Esposito, presidente della sezione feriale della Cassazione che ha condannato Silvio Berlusconi, [url”ha rilasciato a Il Mattino”]http://www.ilmattino.it/primopiano/politica/condanna_berlusconi_intervista_esclusiva_giudice_esposito/notizie/312467.shtml[/url]. Poche ora dopo la pubblicazione, il magistrato ha smentito alcuni passaggi dell’intervista, ma il direttore del quotidiano, Alessandro Barbano, conferma tutto dicendo che le parole sono state riportate in maniera letterale.

Il ministro della giustizia Annamaria Cancellieri ha chiesto chiarimenti alla Cassazione e la Suprema Corte ha dato “ogni chiarimento” disponibile.

La polemica è nata riguardo al principio secondo il quale si può essere condannati in base al presupposto che l’imputato non poteva non sapere, Esposito ha sottolineato sul quotidiano: “Potrebbe essere un’argomentazione logica, ma non può mai diventare principio alla base di una sentenza”. Quindi, parlando del motivo per cui si è giunti alla condanna, nell’articolo ha sottolineato: “Tu venivi portato a conoscenza di quello che succedeva, tu non potevi non sapere, perché Tizio, Caio e Sempronio hanno detto che te lo hanno riferito. Un po’ diverso dal non poteva non sapere”.

Un passaggio che il giudice nella nota di rettifica ha definito “completamente inventato”. Esposito ha negato anche “di aver pronunziato, nel colloquio avuto con il cronista – rigorosamente circoscritto a temi generali e mai attinenti alla sentenza, debitamente documentato e trascritto dallo stesso cronista e da me approvato – le espressioni riportate virgolettate: “Berlusconi condannato perché sapeva non perché non poteva non sapere”.


Al giudice ha replicato il direttore del “Mattino”
– “Posso assicurare voi e i miei lettori che l’intervista è letterale, cioè sono stati riportati integralmente il testo, le parole e le frasi pronunciate dal presidente di cui ovviamente abbiamo prova”, ha detto Barbano ai microfoni di “Start”, su Rai Radio1. “Non posso commentare la smentita – ha detto Barbano -, ma posso commentare, di fronte a qualunque sede, che il presidente Esposito ha pronunciato esattamente le parole con la sintassi e la conseguenza logica con cui noi le abbiamo pubblicate”.

“Posso immaginare che il presidente della Cassazione abbia valutato a posteriori che, in qualche modo, spiegare le motivazioni della condanna prima di averla emessa, possa avere per lui un ritorno non positivo – ha aggiunto -. Però non è una colpa da attribuire ai giornalisti, ma alla responsabilità e alla maturità di chi parla”.

Nell’intervista il magistrato ha anche chiarito come non ci sia stata alcuna fretta: “C’è un principio generale che attiene allo spirito della formazione della sezione feriale della Corte di Cassazione”, questo collegio di giudici “serve ad evitare che i processi subiscano la condanna del tempo con la prescrizione”, quindi ha spiegato “a me come presidente della sezione feriale non restava altro che fissare la data in tempo non utile ma utilissimo e ravvicinato onde evitare la prescrizione”. Sulle polemiche nei suoi confronti, Esposito ha poi affermato: “Non rispondo perché chiederò ad altre sedi la tutela della mia onorabilità”. Riguardo alle parole del capo dello Stato, Giorgio Napolitano, dopo la sentenza, Esposito ha detto: “Sono sempre di saggezza istituzionale e rigore costituzionale”.


Secondo fonti della Cassazione
l’intervista rilasciata dal presidente Esposito “non inficia, né cambia la decisione sul processo Mediaset”, e rilevano come il verdetto sia “già stato emesso e sancito con la pubblica lettura del dispositivo in aula al termine dell’udienza”. L’intervista, spiegano le stesse fonti, viene considerata dalla Corte come “l’espressione di un’opinione personale”. Una cosa diversa è, viene spiegato, l’eventuale violazione comportamentale del magistrato: “Profili disciplinari e profili giuruidici vanno tenuti distinti”.

Laici Pdl, Csm apra pratica su Esposito – Il Csm apra una pratica sull’intervista di Antonio Esposito, presidente del collegio della Cassazione che ha condannato Berlusconi. A chiederlo al Comitato di presidenza del Csm tre consiglieri laici del Pdl, che sottolineano la “gravità” del comportamento del magistrato.

Presidente Santacroce, intervista inopportuna – Ad avviso del Primo presidente della Cassazione Giorgio Santacroce è stata “inopportuna” l’intervista concessa al Mattino.

Anm, Esposito? Nessun effetto su processo – Dichiarazioni inopportune, ma che non hanno conseguenze processuali ne’ disciplinari, visto che si riferiscono a una sentenza definitiva. Lo ha detto il presidente dell’Anm Rodolfo Sabelli.

Secondo Sabelli la vicenda “va ricondotta ai giusti termini: stiamo parlando di una sentenza irrevocabile e dunque va esclusa qualunque tipo di conseguenza processuale, visto che non c’è stata anticipazione di giudizio; così come vanno escluse conseguenze disciplinari, che sorgono quando le dichiarazioni coinvolgono soggetti di un procedimento in corso di trattazione”.

Quanto all’opportunità delle dichiarazioni di Esposito “richiamo la linea dell’Anm: è opportuno che i magistrati titolari di un procedimento si astengano dal rendere dichiarazioni sul procedimento trattato soprattutto su vicende di particolare visibilità e se c’è il rischio di alimentare polemiche. C’è dunque una valutazione di inopportunità in generale per le dichiarazioni fatte dai titolari dei procedimenti. Ma tutto questo – ha sottolinea il leader dell’Anm – non ha a che vedere in questo caso con profili disciplinari o con effetti processuali perché la sentenza è irrevocabile”.

Ghedini, riflessi su valutazione sentenza – “Il fatto in sé è ovviamente gravissimo e senza precedenti”. “Gli organi competenti dovranno urgentemente verificare l’accaduto che non potrà non avere dei concreti riflessi sulla valutazione della sentenza emessa”. Lo ha dichiarato in merito l’avvocato di Berlusconi, Niccolò Ghedini.

Le reazioni del Pdl – Mentre i capigruppo Pdl al Senato, Renato Schifani, e alla Camera, Renato Brunetta, dicono: “Siamo meravigliati per l’intervista del dottor Antonio Esposito e stupiti per i contenuti della stessa”, dichiarano congiuntamente .”Si tratta di un infortunio, gravissimo, a conferma dell’ineluttabilità di una riforma che ponga fine alla sfibrante contrapposizione tra giustizia e politica”. Poi aggiungono: “Nelle aule universitarie ci hanno insegnato che i giudici parlano solo con le sentenze, a maggior ragione avrebbe dovuto farlo chi ha presieduto la sezione della Cassazione che ha giudicato Silvio Berlusconi, da venti anni principale protagonista della politica e delle istituzioni”.

“Il fatto in sé è ovviamente gravissimo e senza precedentì. Gli organi competenti dovranno urgentemente verificare l’accaduto che non potrà non avere dei concreti riflessi sulla valutazione della sentenza emessa”, ha dichiarato l’avvocato di Berlusconi, Niccolò Ghedini. D’accordo anche il legale dell’ex premier Franco Coppi. “Normalmente le motivazioni di una sentenza si conoscono con il deposito della sentenza stessa. In genere dichiarazioni in anteprima non si rilasciano”, ha detto “ma ormai di quello che sta accadendo non mi meraviglio più”. Poi ha aggiunto: “La sentenza ormai c’è, ma le dichiarazioni rese, soprattutto quelle su Belusconi che sarebbe stato informato da Tizio, Caio o Sempronio, ci lasciano davvero sorpresi. Visto che ormai il ghiaccio è stato rotto, Esposito dica anche chi sono gli informatori del Cavaliere. Ci dica nomi e cognomi – incalza il legale di Berlusconi- e gli atti del processo da cui risultano queste dichiarazioni. Se si parla della motivazione prima ancora che sia depositara, allora dica tutto…”, ha concluso.

“Siamo trasecolati di fronte al fatto che il presidente di una sezione della Cassazione faccia interviste ai giornali e pasticci talmente le cose da essere anche costretto a smentirne alcune parti”, ha affermato Fabrizio Cicchitto (Pdl). “Come valuterebbe il giudice Esposito il caso di un imputato che si comportasse come ha fatto lui, ovverossia, dichiarasse palesemente il falso? Complimenti, signor giudice”, ha dichiarato la deputata Pdl Daniela Santanchè. Anche il senatore del Pdl Sandro Bondi, accusa Esposito di aver mentito: “Se risponde al vero la versione fornita dalla direzione de Il Mattino, se ne dovrebbe dedurre che, oltre alla gravità di un’intervista che anticipa le motivazioni di una sentenza della Cassazione, il giudice Esposito avrebbe anche mentito, smentendo pubblicamente il contenuto del’intervista stessa. Anche da questo si può trarre un giudizio sull’affidabilità e del magistrato e della sentenza”. “Al di là dei contenuti, risibili e assai discutibili, l’intervista sul ‘Mattino’ dell’ineffabile presidente della sezione feriale della Cassazione, Antonio Esposito, è gravissima”, ha detto Luca D’Alessandro (Pdl), segretario della commissione Giustizia della Camera. “Auspichiamo che il ministro della Giustizia promuova un’azione disciplinare e prenda immediati provvedimenti nei confronti del giudice Esposito”.

L’intervista del giudice Esposito presenta “modalità incomprensibili”, ha detto Mariastella Gelmini (Pdl). Per la portavoce del Pdl alla Camera dei deputati Mara Carfagna invece “nessuno vuole mettere in discussione il sacrosanto principio costituzionale del ‘manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione’, tuttavia esistono dei limiti morali e di opportunità che il buon senso, le circostanze e i ruoli impongono”.

Di “fatto clamoroso” ha parlato il vice presidente del Senato e senatore Pdl Maurizio Gasparri. “Siamo sbigottiti di fronte a una palese violazione delle prerogative della magistratura. L’intervista del presidente della sezione feriale della Cassazione, Esposito è un fatto clamoroso. È comunque evidente che l’intervista non può non avere conseguenze sugli sviluppi della vicenda”. “Siamo al deposito delle motivazioni in edicola. Senza parole”, scrive su Twitter il ministro delle Riforme, Gaetano Quagliariello (Pdl).

Aveva auspicato un intervento di cancellieri il presidente della Commissione giustizia al Senato Francesco Nitto Palma. “Se è vero quello che è stato scritto, l’intervista del giudice Antonio Esposito è materia di cui deve occuparsi il ministro della giustizia Anna Maria Cancellieri”, mentre il sottosegretario alla Funzione Pubblica, Michaela Biancofiore (Pdl), propone di chiedere la revisione del processo a Berlusconi, come prevede il codice. Secondo la Biancofiore, dopo l’intervista del giudice Esposito ci sono gli estremi per chiedere la revisione.

Le reazioni del Pd – Attacca il silenzio del Pd Licia Ronzulli, europarlamentare del Pdl: “Mentre il presidente della sezione feriale della Cassazione, Antonio Esposito, straparla e tenta poi di smentire perché sa esattamente gli effetti delle sue parole, e motiva ancor prima di depositarla la sentenza di condanna contro il presidente Berlusconi, la sinistra tace. È mai possibile che non ci sia neppure un solo esponente del Pd che abbia il coraggio di riconoscere quanto sia grave ed impropria l’intervista di Esposito?”.

“Credo che sia un’intervista perlomeno inopportuna, non cambia nulla rispetto alla sentenza né alla motivazione della sentenza che è fatta sulle carte processuali. Un presidente di un Collegio prima che venga depositata la motivazione di una sentenza di condanna credo che non debba rilasciare interviste”, ha ribattuto poco dopo Donatella Ferranti (Pd), presidente della commissione Giustizia della Camera, che a Radio 24 ha commentato, sull’ipotesi che il Pdl a questo punto potrebbe chiedere come ha fatto al ministro della giustizia una sanzione disciplinare: “Il ministro è titolare dell’azione disciplinare, se questo fatto rientra nei comportamenti di rilievo disciplinare si può azionare questo percorso. Ma non credo che ripari nulla, è l’immagine di riserbo della magistratura va sempre garantita non soltanto quando si tratta del processo Berlusconi”.

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