Direzione del Pd: congresso entro novembre

In via del Nazareno si sono incontrati i dirigenti del partito. Il premier Letta ha detto che serve un segretario che faccia il segretario.

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26 Luglio 2013 - 18.49


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“Tagliamo la testa al toro, anche se non mi spetta, la mia indicazione è di fare il congresso entro novembre”. Così il segretario Pd Guglielmo Epifani alla direzione del Pd convocando per il 14 settembre l’assemblea che proclamerà il congresso. “Serve una figura di segretario rivolta all’impegno prevalente del partito”, ha detto aggiungendo che il congresso deve partire dai livelli locali e “procedere rapidamente”.

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La riforma della legge elettorale “è un’esigenza vera, ne discuteremo tra noi a partire da settembre”. “Anche le difficoltà di relazione con il Pdl confermano tuttavia che c’è una necessità di fare prevalere l’interesse alto del paese sulle difficoltà del percorso”, ha aggiunto apprezzando il lavoro del premier Enrico Letta in Europa e con i primi provvedimenti.

Proprio Letta, intervenuto a via del Nazareno, ha detto che “se siamo uniti non ci batte nessuno”, aggiungendo che “noi siamo un partito, non il gruppo misto”. “Ci vogliono – ha affermato il premier – doveri da parte di tutti. Dobbiamo decidere insieme e poi percorrere quella strada”. Il premier ha detto di condividere “nel profondo” il ragionamento di Cuperlo sulla necessità di un partito che discuta ma sia unito nelle decisioni. “Serve un segretario che faccia il segretario e che lavori a preparare un partito che quando ci saranno le nuove condizioni sia pronto a vincere”.

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Poco prima, infatti, Gianni Cuperlo, candidato alla segreteria del Pd, aveva criticato le regole che hanno aperto uno scontro dentro il Pd: “No alla presentazione delle candidature nazionali dopo i congressi regionali”, sì a un congresso che “sia aperto, inclusivo”. Parole che Matteo Renzi, seduto in platea, condivide e applaude. 2Noi abbiamo bisogno – ha affermato Cuperlo – di eleggere il segretario, se si cambiano le regole dobbiamo farlo insieme…se non c’è accordo su ruolo segretario-premier decida il congresso”.

Ma sono le parole di Franceschini a sollevare le proteste dei renziani: “L’assemblea deciderà le regole ma la mia idea è che il candidato premier vada scelto con primarie aperte e senza albo mentre credo giusto che il segretario venga eletto dagli iscritti nel modo più coinvolgente possibile”, ha proposto Franceschini. “Il concetto è semplice: tutte le primarie sono aperte, ciascuno secondo la propria logica. Le primarie per il premier saranno aperte a chi si dichiara elettore del centrosinistra, le primarie per il segretario devono essere aperte a chi aderisce al Pd”, ha detto Pier Luigi Bersani.

Ed ecco che i renziani alzano le barricate: “Franceschini troppo spregiudicato. Per elezione segretario mi limiterei più prudentemente a dipendenti Pd e staff ministri”. Così, su twitter, Roberto Giachetti. La replica di Franceschini: “Le cose che ho detto vanno prese per intero: ho proposto una norma statutaria che obblighi a primarie totalmente aperte a tutti, senza vincoli o albi, per scegliere il candidato premier e di conseguenza il segretario eletto dagli aderenti del Pd”.

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