Il Senato boccia la sfiducia ad Alfano
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Il Senato boccia la sfiducia ad Alfano

Un'ampia maggioranza (226 voti) ha detto no alla mozione di sfiducia presentata da M5s e Sel. Il Pd ha votato contro. Letta difende il vice premier.

Il Senato boccia la sfiducia ad Alfano
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19 Luglio 2013 - 10.30


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Il Senato ha bocciato la mozione di sfiducia presentata da Movimento 5 Stelle e Sel nei confronti del ministro dell’Interno, Angelino Alfano, sul caso Shalabayeva. Hanno votato 295 senatori. I no sono stati 226, 55 i sì e 13 gli astenuti. Gremiti i banchi del governo: il premier Enrico Letta è stato uno dei primi a giungere nell’emiciclo di Palazzo Madama.

“C’era una mozione di sfiducia, è stata respinta, sono soddisfatto”, ha detto il ministro dell’Interno Angelino Alfano lasciando Palazzo Madama.

“Mi pare che il Pd abbia preso comunque una posizione unitaria e che in un momento così delicato si sia scelto di dare tutto l’appoggio possibile a questo governo”. Si era espressa così oggi a Udine la presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, prima del voto al Senato. “Un voto complicato e difficile – aveva aggiunto, sempre prima del voto – ma vediamo che cosa decideranno di fare i senatori così come ieri hanno fatto i deputati. Mi pare positivo – aveva rilevato – che il partito abbia assunto una posizione unitaria e lo abbia comunicato in primo luogo al segretario nazionale”.

Letta: il caso Ablyazov è per noi imbarazzo e discredito – “Al Parlamento ho riferito sempre tutto. E intendo tornare in Parlamento ogni qualvolta ci sia una questione delicata, importante e dolorosa come quella di oggi che richiede confronto e chiarimento”. “L’espulsione della moglie di Ablyazov e della sua figlioletta è per noi motivo di imbarazzo e discredito”, ha detto il premier Enrico letta parlando al Senato.

“Chiedo un nuovo atto di fiducia al governo che ho l’onore di presiedere”, ha aggiunto riferendosi alla mozione di sfiducia presentata da Sel e Movimento 5 stelle “che rispetto”.

La relazione del capo di polizia Pansa “non fa sconti”, vengono ricostruiti “fatti che nel 2013 non sono intollerabili”. “Non abbiamo intenzione di mollare la presa”, ha proseguito Letta, “ci sono ancora oscure motivazioni”. Il premier parla di “inaudito comportamento dell’ambasciatore del kazako”, di “inammissibili pressioni”, di “sconcerto”. Si chiede soprattutto su come si sia potuto scambiare per terrorista il dissidente kazako. “Si è agito senza cautela. Continueremo ad agire per fare chiarezza”.

Il Pd non voterà la sfiducia – L’assemblea dei senatori riuniti a Palazzo Madama ha votato: ottanta voti a favore della proposta del segretario Guglielmo Epifani, sette astenuti, mentre il gruppo dei tredici renziani si è diviso. Solo tre hanno scelto di astenersi, a quanto pare, per una precisa scelta di fare un voto sparigliato. Anche se è in serata è direttamente Matteo Renzi a tornare all’attacco sulla vicenda: “Se Alfano sapeva ha mentito e questo è un piccolo problema, se non sapeva è anche peggio”.

Il Pdl intanto, rinfrancato dalle parole di Napolitano che blinda Letta e assolve il governo, serra le fila. Palazzo Grazioli diffonde una nota in cui si ribadisce che nel Pdl sono “compatti nel sostegno al ministro Alfano”. Poi Berlusconi ha precisato: “Non mi si coinvolga nella vicenda Shalabayeva”. Per il Cavaliere la “mina” Alfano è praticamente disinnescata e ora può concentrarsi sulla sua principale preoccupazione: la sentenza della Cassazione sul processo Mediaset.

Un minuto di silenzio per la strage di Via D’Amelio – “Siamo insieme in quest’aula a ricordare e onorare, nel suo 21° anniversario, il tragico attentato di via d’Amelio nel quale furono uccisi il giudice Paolo Borsellino e gli uomini di scorta della polizia di stato Agostino Catalano, Emanuela Loi, Eddie Walter Cosina, Claudio Traina, Vincenzo Li Muli. Il mio pensiero, e sono certo il pensiero di tutti i presenti, va alle famiglie degli uomini e delle donne uccisi da quell’esplosione”. Lo ha detto il presidente del Senato Pietro Grasso, aprendo oggi i lavori di palazzo Madama. Al termine dell’intervento di Grasso ha osservato un minuto di silenzio.

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